lunedì 19 luglio 2010

il team building spiegato alle masse




Su Discorvery Real time mandano in onda un programma che si intitola Tabatha, mani di forbice.
Tabatha, che vedete qui sopra,  è una cazzutissima hair stylist (parrucchiera...) che piomba nei saloni di bellezza in crisi, li rivolta come calzini e ne fa un negozio di successo.
Detta così sembra robaccia ma non lo è. Affatto.
Ieri mattina ho seguito letteralmente ipnotizzato la puntata in cui risolleva le sorti di un negozio di Burbank, California, gestito da un fannullone gay ex venditore di immobili pieno di debiti e con una forte resistenza alla pulizia....
Il lavoro di Tabatha sul proprietario, il direttore del negozio e i parrucchieri è stata una applicazione da manuale di team-building, costruzione di senso  e leadership come non ne ho visti in molti rinomati progetti di consulenza (e credetemi... ne ho visti).
Senza snobismi credo davvero che questo nuovo segmento di programmi sia molto interessante per studiare  le dinamiche di aggregazione degli esseri umani.
Chef rinomati che rimettono in sesto ristoranti, dietologi che aiutano persone con problemi di peso,
fino a Tabatha...
Cosa ha insegnato Tabatha nella puntata che ho visto?
Ha insegnato al proprietario ad avere rispetto dei clienti e del suo team. Gli ha insegnato che un leader da l'esempio e protegge la sua squadra. Sempre.
Soprattutto l'ho vista prendere in mano un gruppo di professionisti (anche i coiffer lo sono, certo) demotivati, stanchi, pettegoli e sciatti e farli tornare un gruppo di persone orgogliose del proprio lavoro e del proprio luogo di lavoro.
Certo la televisione amplifica le reazioni e i sentimenti. Un dato grado di finzione è fisiologico, ma credetemi, meno intenso di quello che si crede. Ho visto grandi aziende lavorare così ed ho visto reazioni molto simili, assenti le telecamere.
La lezione da apprendere più profonda poi, e che merita rispetto, mi è sembrata quella sui dipendenti.
Le persone da molto tempo a questa parte non lavorano più per un salario. Lavorano per dare un senso alla propria esistenza. Ed anche se può sembrare manipolativo e regressivo, chiedono alle persone che offrono loro un impiego di costuire un "racconto" di vita che li faccia sentire fieri e orgogliosi di quello che fanno.
In tutto ciò non c'è nulla di male, anzi molto di bene. Tabatha ha lavorato rispettando i dipendenti del salone di bellezza, complimentandosi  per le competenze scoperte, incoraggiando talento e istinto, ma anche imponendo di ripulire da cima a fondo i luogo in cui lavoravano (ma facendolo insieme a loro...) per poi ristrutturare tutto e proporre un "patto" sulla qualità ; Cercare tutti insieme di fare un buon lavoro per essere tutti più contenti di farlo.
Suona maniolativo e paternalistico e forse lo è .
Ma quelle persone appena si sono rese conto di avere davanti a loro un leader disposto ad ascoltarle e ad offrire appunto un "senso" lo hanno seguito. E sono stati più contenti dopo.
Cosa volevo dire con tutto ciò?
Il Ghezzi di "cose mai viste" su Raitre è un autentico sciroccato, ma dice una cosa bellissima sul cinema, che fa più o meno così "il cinema è meraviglioso quando intrappola dentro di se frammenti di realtà"
Ecco, anche un programma apparentemente banale e leggero come "Tabatha mani di forbice" ha intrappolato, (probabilmente senza rendersene conto) dentro di se frammenti di realtà, profonda, autentica.
E' per queste epifanie che nonostante tutto continuo a trovare la televisione un mezzo straordinario per raccontare il reale.
E quando dico reale dico qualunque livello.
In una scena di "Videocracy" Il regista cattura una selezione/audizione per aspiranti veline in un centro commerciale di rozzano, milano.
Vita. Vita vera al suo meglio, nella sua abiezione, ma comunque vita.
Ma questa è materia per il prossimo post....


the searcher.

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