giovedì 11 dicembre 2008

ma quando cazzo?




quando cazzo si decideranno a milano a scodellare lo sconcio dei finti pass per handicappati che vediamo girare in tutte le corsie preferenziali?
quando la ford sportiva carenata da gara la smetterà di filare a razzo nella circonvallazione esterna della città? quando il porsche cayenne che ho visto l'altro giorno con il suo bel bollino giallo dei portatori di handicap verrà fermato e multato come si deve? quando la signora impellicciata smetterà di parcheggiare in via torino sul marciapiede con il suo bel permesso handicappati?
basta guardare l'auto e si capisce subito, non è difficile! I portatori di handicap spesso hanno i comandi sul volante, oppure hanno una bella carrozzina piegata nel bagagliaio, oppure un handicappato sul sedile a fianco del guidatore. otherwise multa, sequestro dell'auto e reprimenda. ma che cazzo di città siamo diventati?
dove sono vigili e cosa fanno?
A già, fanno la guardia alle rose bianche della cena della scala.
ecco cosa fanno.

mercoledì 26 novembre 2008

il ciclo perpetuo




in vaticano, sul tetto della sala Paolo VI hanno istallato l'impianto per lo sfruttamento dell'energia solare che vedete nella foto.
In un certo senso stanno riciclando...

lunedì 24 novembre 2008

mi ricordo, si mi ricordo

è impossibile essere musicisti di lunedì





è impossibile essere musicisti di lunedì.
a milano poi. con il tempo di oggi.
ricordo una scrittrice che diceva "il quotidiano ci aggredisce con tutta la sua violenza" ecco oggi il quotidiano aggredisce parecchio, e niente è più lontano dall'idea di sedersi davanti ad un pianoforte o di imbracciare una chitarra.
Si vorrebbe essere impiegati al catasto. lavoro meccanico e niente emozioni per carità.
Chissà come fanno gli attori, di lunedì mattina al primo ciak, con la bocca impastata, il sonno negli occhi (lo diceva Mastroianni).
E' colpa della domenica pomeriggio, un "non luogo" in cui anche le idee più astruse sembrano realizzabili. C'entra il silenzio, le strade libere, i parchi silenziosi, la sensazione che si abbia tempo per decidere cosa fare della propria vita.
Invece tempo non ce n'è.
Infatti arriva il lunedì di pioggia milanese e tutto si fa più chiaro.
Mica si può scrivere una canzone oggi. Tuttalpiù vivere. Che già ci vuole coraggio, come dicono i Baustelle.

giovedì 20 novembre 2008

al passo coi tempi



questa è la copertina della rivista siae che ricevo. Franca Valeri.
il mese prima Mogol, quello prima ancora De Andrè.
Ora, con tutti il rispetto per mostri sacri qui citati, con quello che sta succedendo nel mondo della discografia e della canzone la rivista della società degli autori ed editori da la copertina ad una geniale signora che va per gli 80? E' così che coglie lo zeitgeist? lo spirito del tempo?
poi non ci lamentiamo se le cose vanno così male in musica, qui in italia. Brunetta ha iniziato a curiosare tra le ragnatele degli enti lirici, speriamo capiti da queste parti.

martedì 18 novembre 2008

mi ci tirano per i capelli




insomma io in questo blog volevo parlare di cinema, dello sguardo di john wayne in sentieri selvaggi. Di quello di al pacino in carlito's way, di alcuni battute memorabili, come ad esempio
-ora voglio solo stare qui con te ed esistere in pace- so fare anche quello" che si scambiano kevin Costner e Susan Sarandon in bull durham, un meraviglioso film.
Poi tocca parlare di villari.
sarà Vìllari o Villàri poi?
Tocca ricordare a veltroni, che sperava di interrompere la deriva a morire della vecchia politica per incarnare la nuova. uno sforzo nondimeno titanico per lui, ma ci aveva provato. Che non ce l'ha fatta.
Ecco intorno al suo stizzito aut aut a villari (villàri) ci vedo il compagno di classe sensibile ma debole, che se ne fa fare da chiuque e più che a un porco. Poi trova il comagno di banco magrolino, mingherlino come lui che gli prende la gomma in prestito. E su questo episodio esiziale e irrilevante della sua vita aggrappa tutta la sua morale, la sua avventura umana, la sua supposta forza. il risultato è quello, si purtroppo le cose stanno così, di risultarci allo stesso tempo patetico e irritante.
Ho aspettato per mesi cose che non verranno più.
ho aspettato l'azzeramento del vertice PD e la nomina solo di 40/50 enni vergini di politica di palazzo.
Ho aspettato la cacciata di parisi alla prima (prima) frase delle molte che ha detto sull'ulivo. (l'ulivo... con Ferrero. e parla anche)
ho aspettato frasi come "stanno governando bene. possiamo solo dare una mano dove serve e intanto riorganizzare il partito. preparandoci alle elezioni future con una nuova classe dirigente negli uffici centrali e sul territorio"
ho aspettato la chiusura con di pietro e il mea culpa tre mesi prima.
ho aspettato ( e aspetto ancora) la frase. "binetti, sei fuori dal partito. non perchè sei una cattolica, ma perchè sei violenta e intollerante nella sostanza e non nella forma."
ho aspettato che andasse alla guerra dicendo che se volevano prenderlo per sfinimento lui indiceva un congresso straordinario aperto a tutti TUTTI gli iscritti con votazione del segretario pubblica e per acclamazione. e vedessero come andava.
ho aspettato parecchio e adesso mi accorgo che non dobbiamo aspettare più. Che veltroni è politicamente morto.
le cose stanno così purtroppo.
la leva per risollevare 'inerzia politicante in cui versa il partito è troppo potente da innestare. il rapporto tra asse e punto di sollevamento è ormai troppo arduo.
E se si farà da parte poi (succederà forse alle europee) avemo d'alema segretario e un'alleanza con vendola e casini. Più la società civile è ovvio. quella non manca mai. come l'orzata ad agosto.
questo èil futuro, questo il punto.
posso solo consigliare di mettere nel lettore dvd bull durham e guardarlo tutto.
a volte la vita è una palla che va veloce fuori dal campo. Se la lasci andare li, devi scavalcare la recinzione e ributtare la palla dentro, ma tu. tu, non puoi tornare più a giocare.
ciao valter

venerdì 14 novembre 2008

sul guardian, bellissimo

www.guardian.co.uk/world/gallery/2008/nov/08/barack-obama-messages-gallery?picture=339480627

venerdì 7 novembre 2008

guardare la storia




Questo momento è magico. 
Io vedendo certe foto di Obama (la copertina di vanity fair nelle edicole adesso per esempio) mi commuovo fino alle lacrime. Lo dico senza vergogna, perchè sto guardando la storia farsi davanti a me. E lo so. Noi sappiamo, più di altri esseri  umani , causa la fortunata era di informazione in cui  viviamo, noi sappiamo, di stare vivendo un momento che si ricorderà per sempre.
Siamo stati "educati" attraverso il web, l'informazione moderna, le nostre sensibilità contemporanee a "riconoscere" il momentum", come lo chiamano gli americani.
E questo è uno di quelli. 
E c'è dell'altro.  
Insomma non è solo che è nero, che è giovane, che è della nostra generazione. E' l'enorme.... "purezza" che questa parabola umana esprime. Purezza, si. Lo so è una parola pericolosa ed anche barack (il benedetto) avrà i suoi peli sullo stomaco. 
ma ci sono momenti in cui gli essere umani trascendono le loro miserie e rappresentano un momento di puro sentimento, emozione. Di storia appunto. Lo incarnano e ne sono come riassunti. 
Penso a certe foto di john lennon, come se la sensazione che "tutto poteva cambiare" di quegli anni settanta fosse condensata nelle sue lenti. 
Questo è un momento magico. E' il minuto che trascorriamo negli spogliatoi prima di entrare in campo. E' l'attesa nel camerino mentre il teatro è già pieno. E' il mattino in cui ci si sposa. 
Ci sono mattine in cui capiamo la perfetta composizione del mondo,  altre in cui sappiamo che il pallone finirà in rete, prima ancora di vederlo arrivare. 
godiamoci questo momento di puro cristallo. 
Poi il viaggio inizierà, anche Obama farà errori, attraverserà incertezze, ci stancherà,  Ed in quel caso succederà che potremo cominciare a parlarne male qualche volta. Senza timore, senza paura di essere fraintesi. li la trascendenza di quello che è successo, diventerà quotidiano, diventerà insomma la vita. Come quando si litiga la prima volta tra fidanzati. Poi si fa pace. E finalmente si comincia ad andare avanti insieme. 
Godiamoci questo momento. Perchè è bello, pulito, privo di volgarità. E soprattutto breve. 

sabato 25 ottobre 2008

il cinema è quella cosa


il cinema è quella cosa che vuoi raccontare una storia, lo fai con una cinepresa, non ti prendi tanto sul serio e per questo viene bene. 

giovedì 9 ottobre 2008

metterci la faccia

C'è questa cosa bellissima delle elezioni americane. 
Qualunque spot, anche il più perfido e velenoso deve chiudersi con l'approvazione formale a viva voce del candidato che lo mette in onda. 
lo dice proprio "sono john mc cain ed approvo il contenuto di questo spot". Vi potrà sembrare un atto dovuto, sarà anche così e forse gli americani lo guardano distratti senza capirne l'importanza. Ma per me italiano è una dimostrazione di civiltà enorme.
Insomma non puoi fare il sorcio, non puoi mandare fuori, davanti alla giungla dei microfoni e taccuini un sottosegreatrio o un "peone" qualunque a dire "avete capito male signori". 
E parlo di tutti dall'estrema desta all'estrema sinistra.
In America ci devi mettere la faccia e anche la voce. E dopo non puoi dire che non lo sapevi, che ti hanno frainteso, che non credevi.
Questa pedanteria è indice di una morale precisa:
Si deve avere il coraggio delle proprie azioni.
Non ci si può chiamare fuori al momento opportuno, perchè vi verrà chiesto conto.
Non si può dire che è colpa di un altro.  

Sono the searcher, conosco ed approvo il contenuto di questo post

mercoledì 1 ottobre 2008

ha già vinto


comunque vada, Obama ha già vinto la battaglia dell'estetica
e dell'autorappresentazione. 
è certo che tra quarant'anni questa foto sarà famosa come certe immagini in bianco e nero delle campagne dei Kennedy (John o Bob, non fa differenza)

domenica 14 settembre 2008

l'albero a cui tendevi



la rete è piena di cosiddetti poeti. 
purtroppo.
si leggono cose drammaticamente retoriche, pesanti, banali, presuntuose, boriose e senza senso.
tutti pensano che poesia significhi essere più o meno oscuri, sofferti e misteriosamente rivolti verso alcune profondità del proprio essere.
(Cosa peraltro vera, ma non nel senso banale che tutti credono di conoscere.)
aggiungiamo che per fare poesia si crede basti carta e penna.
il disastro è completo.
Faccio quindi mia la frase di un poeta vero
"la poesia non è dire cose semplici con parole complicate. Ma cose complicate con parole semplici". 
speriamo che qualcuno accolga l'invito e ci risparmi cose tipo 
"vestita di vetro/attendo la carne dei tuoi occhi".

Ecco sandro penna invece (nella foto)


"la semplice poesia forse discende
distratta come cala un viaggiatore
entro l'arida folla di un convoglio
la mano sulla spalla di un ragazzo."
 
e non c'è altro da dire.


la punta dell'iceberg


si prende un limone.
lo si taglia
lo si spreme.
ecco fatto.

oppure si compra questa.

 
una bottiglia di plastica a forma di limone piena di succo spremuto mesi fa. 

ecco la punta dell'iceberg.
se si è pronti a questo pur di non spremere un limone fresco si è pronti a tutto. 
datemi del matto ma le cose stanno così.
 

lunedì 8 settembre 2008

ecco Parisi, se solo Veltroni volesse...


questo mo' cacci.




la morale della favola




è un bellissimo film forrest gump.
commovente, ironico, comico, splendidamente girato,
tom hanks poi è un interprete che strappa il cuore per la sua tenerezza.
Solo, la trama a guardarla in controluce ha una morale un pò particolare....
se sei un stupido, fai la guerra in vietnam, obbedisci a chiunque, diventi ricco, famoso e incontri il presidente degli stati uniti per ben due volte. 
se invece ti infili in tutti i movimenti giovanili e di sottocultura che dagli anni 60 hanno contribuito a cambiare la società e il mondo (pur con tutti gli errori che conosciamo) e cioè il 68, l'amore libero e il flower power, il rock 'n' roll e la cultura della disco, rimani una fallita e muori probabilmente di aids...
si sarà accorto il regista di questa morale latente? 
non lo dico con spocchia, davvero me ne sono accorto rivedendolo e rimanendo convinto che è un meraviglioso film, in cui la morale "trasparente" è bellissima. 
"sii sincero, leale con te stesso e gli altri, mantieni le promesse, aiuta gli amici, conosci i tuoi limiti e la vita non potrà andare che bene". 
insomma era una riflessione...

giovedì 4 settembre 2008

anche se vi mandano assolti...


la regione lombardia impedirà l'interruzione delle cure di Eluana.
il padre la porterà a morire in un altra regione. 
formigoni ha avuto il suo titolo di giornale. i cattolici i loro distinguo sulla morte celebrale.
Ora io voglio sapere una cosa:
Perchè Giovanni Paolo II non è stato portato d'urgenza al Policlinico Gemelli?
 Perchè ora non si trova in stato vegetativo in una delle stanze della suddetta clinica?
formigoni rispondimi. 
osservatore romano rispondimi. 

 

giovedì 31 luglio 2008

ah, les italiens


dunque almeno 7000 esuberi per salvare alitalia.
molti più di quelli ipotizzati da air france e con l'obbligo di dovere comunque concludere accordi internazionali, per non essere condannati alla irrilevanza nei cieli del mondo, di fronte a colossi come air france e il nuovo accordo iberia/british airways. 
il provincialismo che ci affligge è senza speranza.  
i sindacati protesteranno e verrano sconfitti come meritano. hanno preferito incassare la vittoria di pirro contro il governo prodi della mancata vendita ad air france, per arrivare alla waterloo di 7000 licenziamenti eseguiti per aiutare air one a comprare quello che non era in grado di comprare. complimenti davvero. 

mussolini diceva che governare gli italiani non è difficile. è inutile. 
truffaut direbbe che nella vita a volte ti capita un piattino di marmellata, a volte invece uno di merda. 
oggi non è il turno della confiture...


mercoledì 30 luglio 2008

Una mela al giorno fanno 365 mele all'anno




il titolo del post è una frase di groucho marx.
pubblicando nell'ultimo post un pensiero di Truffaut (maestro di vita, sempre) mi sono accorto che nei post precedenti ho fatto proprio quello che lui si raccomanda di evitare.
forse il blog è partito con un tono un pò "trombone" e non era mia intenzione. 
E' mia intenzione dire delle cose, certo, ma rileggendomi mi sono trovato antipatico, che non è bello.
quindi ecco Groucho Marx in foto e la promessa ai miei 20 lettori (l'ho rifatto.. questa è una citazione dei promessi sposi..)  che da ora in poi sarà tutto più lieve, ma non per questo meno serio e sentito. 
dopotutto una mela, è solo una mela. 
a bien tot.



martedì 29 luglio 2008

mai tanto sicuro

"non faccio mai grandi affermazioni,
perché non sono mai tanto sicuro che non sia giusto anche il contrario"
françois Truffaut,
da una lettera a Jean Luc Godard

venerdì 18 luglio 2008

IL turborpoletario

I proletari,  la piccola borghesia,  la grande borghesia non esistono più.
Ora esiste il turboproletario.
il turboproletario svolge lavori proletari. spazzino, operaio in catena di montaggio, muratore. 
ma ha orrore della propria condizione e la seppellisce di beni, per negarla.

Nella sua espansione verso i beni ha cancellato la piccola borghesia, a cui invidiava non tanto il (piccolo)  benessere economico, quanto il decoro e lo "spazio nel mondo" cui aveva diritto. 
la televisione e il "consumismo"  hanno cancellato quello spazio, offrendone uno nuovo. un non luogo in cui si può accedere non "appartenendo" ma "comprando" 
questo accesso facile ad un nuovo status  ha creato  il turboproletario, versione sociale del turbocapitalismo. 
i segni essenziali sono, assumere una identità falsa attraverso beni e quindi; 
abiti firmati
macchine di moda
televisore al plasma
playstation
assenza di cultura e disprezzo per essa (il turboproletario è il vero figlio del fascismo)

odio per la classe di provenienza e disprezzo per tutti i modelli storici di appartenenza ad essa. Il turboproletario è iscritto ai sindacati per convenienza e non per solidarietà. 
condivide quasi tutte le covinzioni della destra più conservatrice (odio per lo straniero, luoghi comuni su chi ruba il lavoro, legge e ordine, repressione e provincialismo)
nessuna traccia del vecchio internazionalismo comunista che faceva sentire anche l'ultimo operaio parte di un disegno globale di ripensamento della società. zero. 

Della vecchia borghesia ha assunto anche l'ipocrita rapporto con le droghe. 
Si disprezza la "cultura della droga", lo spinello,  quindi hashish marijuana e mondi correlati
(il centro sociali, l'estrema sinistra)  la si consuma in privato sentendosi comunque diversi e migliori dai consumatori manifesti. ad esse si aggiunge la cocaina,  vera "droga aspirazionale"  che  fa sentire parte dei modelli di riferimento, personaggi televisivi, dello sport o ricchi in genere (e non importa come questa ricchezza sia stata generata). 
Icona di riferimento non Briatore, abusata. bensì Luciano moggi.  

Nel tempo libero gli operai italiani si distinguevano.  anche l'estetica fuori dalla fabbrica rifletteva una dose di "orgoglio di classe". 
l'estetica del turboproletario è invece una scimmiottatura trash ed estrema di quella che lui considera un look "moderno", totalmente apolitico e semmai ricco di riferimenti appunto "consumistici". 

Il turboproletario a volte diventa ricco. questo passaggio non è visibile ad occhio nudo. tutti i suoi sforzi erano già volti a "sembrare" ricco, la differenza sarà quindi impercettibile. 

Il turboproletario  lavora molto, ma considera il lavoro una tappa necessaria ad accedere ai beni, vero luogo di definizione del sè. 

è infine aggressivo, invidioso e privo di educazione civile. 
il turboproletario va in moto ad alta velocità sul marciapiede, butta cartacce per terra, non ricicla, fuma in faccia agli altri, non legge ne libri ne giornali ( a meno che non siano quelli gratuiti distribuiti al mattino) parla sempre a voce troppo alta.

Il turboproletario è il compimento del mostro che Pasolini aveva intuito nascere nelle periferie di Roma e che aveva  studiato e descritto nel suo cinema e nella sua narrativa.

il turborpoletario è accattone coi soldi. 


 

venerdì 11 luglio 2008

tutti tradiscono tutti

Signorina...io so di non essere uno sconosciuto per lei.Per molto tempo l'ho osservata senza che lei se ne rendesse conto.Ma da qualche giorno, non cerco più di nascondermi...e, ora, so che è giunto il momento.Ecco!...Prima di incontrarla, non avevo mai amato nessuno...Odio il provvisorio.Conosco bene la vita. So che tutti tradiscono tutti.Ma, tra noi, sarà diverso.Noi saremo un esempio.Noi non ci lasceremo mai...nemmeno per un'ora.Io non lavoro.Non ho alcun impegno nella vita.Lei sarà la mia unica preoccupazione...capisco...Oh!...Capisco che tutto questo è troppo improvviso perchè lei dica subito si...e che lei voglia rompere dei legami provvisori, che la uniscono a persone provvisorie...Mai io, sono definitivo.Sono molto felice.

pas d'amis a gauche

mercoledì 9 luglio 2008

allons enfants

ogni Danton, prima o poi, trova il proprio Robespierre. 
ogni piazza la propria testa.
e non è mai quella che ci aspettiamo.

il mistero del mondo


-…ho sempre bisogno di nuovi libri e di nuovi romanzi. Ho profondamente bisogno di una continua ritestualizzazione” del mondo. Perché il mondo così com’è non va bene. Occorre un cambiamento. e bisogna crederlo possibile : un libro, un buon libro, non cambia il mondo, Però cambia il suo modo di parlare. E forse anche il modo di sentirlo. Quando Peter Handke scrive “io lavoro al mistero del mondo” credo produca un’emozionante indicazione poetica: bisogna lavorare, bisogna scrivere, bisogna pensare; man non per un fine, quanto per sentirsi inseriti in una collettività che abbraccia il primo e l’ultimo uomo che apparirà sulla terra.
Peter Handke mi insegna un’idea di continuità di “durata” misteriosa, in cui però anch’io, come singolarità sono inserito.-

Sono parole di Pier Vittorio Tondelli.

un scrittore della mia generazione morto giovane.

Tondelli è un genio. come Pasolini, quanto Pasolini.

Solo che nessuno lo ricorda o lo cita, perché per tutte le nuove generazioni è molto più figo mostrare foto vintage in b/n di un bell’uomo, morto di morte violenta per la nostra redenzione (è fu così) come Pasolini, piuttosto che mostrare questo giovane timido, malinconico ritratto nelle polaroid anni 80 e morto del male del nostro secolo. L’aids.

E’ fuori per Bombiani tascabili “L’abbandono. racconti dagli anni 80”, che raccoglie tracce , scritti, racconti di Tondelli.

è un libro che insegna molto sulla generazione dei quasi 50enni.

Lo spaesamento alla fine dei “favolosi” anni ’70. Gli anni 80 vissuti come ferita e non come abbandono liberatorio all’edonismo, la percezione di essere una generazione perduta, che non ha più la politica come faro(-solo a udire la parola “comunismo” mi viene il mal di pancia”-ancora Tondelli e siamo lontanissimi dalla bolognina) ma non sa cos’altro scegliersi.

E poi sceglierà l’arte, la creatività, come via d’uscita.

Una generazione che aveva intuito la terra di mezzo in cui si trovava e ne soffriva parecchio. Ma in silenzio, con decoro.

Credo che molti ragazzi dovrebbero leggere “Pao Pao”, “Altri Libertini”, “Rimini” scoprire il mondo di Tondelli insomma. E forse cominceremmo a vedere ritratta  nei concerti dell’aristocrazia “indie” della penisola, non solo l’arcadia della nostra letteratura anni 50, ma qualche stinta foto a colori di un ragazzo triste, riservato e molto intelligente. 
Che ha provato a raccontare “il mistero del mondo”.

lunedì 7 luglio 2008

non sono nessuno

il punto è che migliaia, milioni di persone, in tempi di prosperità hanno delegato la loro identità a ciò che potevano possedere. rinunciando alla classe. 
venuta meno la possibilità di comprare "cose", le persone non sanno più definirsi. 
non sono più. 
non ci sono più gli operai, i parrucchieri, i bancari, le estetiste, i muratori. 
ci sono possessori di beni. 
senza beni non c'è più identità.
senza cose scompaio. 

venerdì 4 luglio 2008

cambiare maschera

è così che si dice degli attori.
quando invecchiano e diventano un altra cosa. 
è quello che succede anche  noi.
anche noi diventiamo un altra cosa.
le nostre facce pure.
e ci sembra quasi di essere dei reincarnati e non delle persone che hanno avuto quella vita che ricordiamo.
in "Intelligenza Artificiale" agli androidi vengono impiantati falsi ricordi,
false date, false foto, falsi amici e falsi genitori.
forse è così per tutti noi.
jean pierre leaud è la stessa persona?








giovedì 26 giugno 2008

la grande frontiera


"the searchers" è il titolo originale di sentieri selvaggi, un film di john ford. 
"i cercatori". Uno zio e un nipote che cercano una ragazza, la figlia del fratello, rapita dagli indiani da bambina. 15 anni di ricerca, non uno. un viaggio iniziatico e metaforico degno forse solo di "cuore di tenebra" il romanzo di conrad (non a caso usato da coppola come traccia per apocalypse, now) in cui john wayne costruisce una delle figure tragiche più indimenticabili del cinema. un eroe "moderno", pieno di dubbi, meschinità, che non sa più se cerca una giovane bianca prigioniera degli indiani per liberarla o per dare uno scopo alla propria, di vita. 
il finale (l'immagine che vedete nel titolo di questo blog) è struggente. la ragazza ritorna a casa, ma lui si arresta alla porta. non può. non può più. non è un uomo "normale" la diversità lo ha consumato. cambiato definitivamente. rimane solo mentre la porta si chiude. 
Ford racconta che in quella scena tutta la troupe piangeva guardando "the duke", (il soprannome che ford dava a john wayne) allontanarsi nella polvere sollevata dal vento. 
Ecco perchè questo blog si chiama the searchers. 
perchè non sappiamo mai quello che stiamo cercando. Perchè cercare ci cambia senza accorgercene. Perchè desideriamo cose e quando arrivano scopriamo che non le vogliamo più, che siamo altri ed altro ci interessa. Perchè una porta chiusa con dietro persone care a volte è il modo in cui si deve  imparare a vivere. 
Ultimo, ma non ultimo, perchè John Ford era un rude e romantico irlandese e John Wayne, un raffinato attore americano con la migliore collezione di pittura moderna che Hollywood avesse mai visto. 
the searchers è considerato uno dei migliori film mai girati nella storia del cinema. 
e se lo guardate capirete perchè.
 

mercoledì 25 giugno 2008


questo è il mio blog.
ce ne sono tanti come lui ma questo è il mio.
benvenuti.