mercoledì 18 febbraio 2009

sui giovani d'oggi ci scatarro su







e adesso tutti quegli stonzi titolari di coerenza per anteposta persona, quelle marce fighette da centro sociale e villa a courmayeur sono li a fare le pulci a manuel agnelli e agli afterhours perchè sono a sanremo "oddio che schifo" " manca di coerenza" "da lui non ce lo aspettavamo".
e questi stronzi fighetti che scrivono sui blog battendo tasti di lucenti mac pagati dai soldi dei loro caimani genitori.
avvocati, medici, dirigenti d'azienza, commercianti d'armi, comercialisti. questi marci stronzetti sono li a fare il festival dell'indignazione. a non veder che dopo 20 anni (20 anni stronzi. provate a contare un anno da adesso e pensate che arriverete alla popolarità nel 2029) essere al festival "invitati" senza quindi la mortificazione della canzoncina da sottoporre alla direzione musicale, essere li senza aver ceduto un grammo di dignità artistica e morale, facendo gli aferhours senza sconti, con una canzone scomoda, stonando, senza portare una accomodante ballata ( e immaginatevi "non è per sempre" quanto avrebbe deliziato quei palati) voi marci stronzetti non vedete che questa è una deflagrante vittoria.
ecco che questa band, che è un miracolo di longevità e dirittura morale arriva a Sanremo integra e impone all'establisment la sua presenza solo in forza dele sue vendite e solidità anche commerciale. Questa band dovrebbe rinunciare a una ribalta che permette una apertura verso un pubblico che non li conosce e non solo, permette un risarcimento morale a chi come noi suonava negli anni 80 mentre a sanremo gorgheggiavano tozziruggerimorandi.
Questa band dicevamo, dovrebbe negarsi. non andare. rinunciare, evtare una consagrazione simbolica e un probabile vantaggio commerciale per permettere a voi stronzetti che fanno la rivoluzione coi soldi di mammà di potersi fregiare della coerenza di un altro. aspettando la paghetta e la vacanzetta al Forte.
oggi più che mai, su voi, giovani scatarro su.

sabato 7 febbraio 2009

il momento perfetto





alla fine ho capito che quello che mi rende fiero del mio pezzo di vita già trascorso sono cose infinitesimali e periferiche.
non penso al lavoro che faccio a cose che ho prodotto e stronzate simili.
Penso a certi episodi minuscoli in cui sono stato una persona degna.
Ho lavorato come free lance al centro stile di una grande marca italiana. la donna delle pulizie, un anziana signora piegata dagli anni di lavoro puliva con centenaria pazienza i cessi in cui decine di creativi e manager pisciavano senza sosta 8 ore al giorno.
Ad un passo da lei un enorme buffet con ogni leccornia possibile. Non credo che desiderasse nulla di quel buffet, credo che nemmeno lo guardasse. Penso anzi che non sapesse nemmeno della sua esistenza, tanto era stata capace di anestetizzare negli anni la sua capacità di desiderare alcunchè.
Ho preso delle fragole e gliele ho portate. Avevo queste fragole in un tovagliolo di carta bianco. Belle rosse perfette. un etto di fragole costava come un ora del suo lavoro.
Gliele ho porte senza una parola e con un sorriso. Le ha guardate e poi ha guardato me con uno stupore... una incapacità di crederci che mi hanno stretto il cuore.
Fa per prenderne una e io le dico "no signora, sono tutte per lei" "per me?" risponde. E a quel punto lo stupore si tramuta quasi in sgomento.
Poi con una esitazione le prende in mano e mi ringrazia. Mi ringrazia molte volte.
Forse è solo retorica. la signora è una stronza che picchia i figli e mangia fragole tutti i giorni invece che comprare le calze per la famiglia, ma chissenefrega. Quel momento era "vero". Almeno a me è sembrato tale. Sono stato bene. mi sono sentito degno. Un degno essere umano..
Ecco secondo me in questo c'è il senso delle esistenze di tutti. Magari riusciamo a creare un momento di perfetta innocenza, anche se noi innocenti non siamo affatto. Ne io ne la signora.
Li mi sembra che tutto abbia un senso. e mi sento bene. Non per sempre. Per mezzora diciamo.
Ma in fondo mezzora di serenità non è mica da buttare via.

martedì 3 febbraio 2009

I giornali fanno oh






quello che mi urta dei dibattiti sulle canzoni di Sanremo soi disant "provocatorie" è che fanno riferimento solo al testo.
Si sa che in Italia il testo di una canzone è sempre stato importante, veniamo dall'opera dai grandi cantautori ecc.
il punto è che nessuno parla della musica. Di com'è a melodia, la canzone in se.
io sospetto (fortemente) che il brano di povia sia una merda, e che non sarà certo un testo pseudo sociale a salvarlo.
Le canzoni belle rendono belli i testi brutti ma la regola non funziona al contrario. Anche chi concedeva molto alla parola e rimaneva semplice, scarno e ripetitivo nelle strutture armoniche e melodiche (De andrè, Guccini) non dimenticava mai di essere soprattutto un musicista e non uno scrittore. E poi diciamolo, la profondità culturale, l'intensità poetica, l'integrità morale spesso permettevano una lieve asimmetria tra valore della parola e valore della melodia.
Asimmetria che, ne sono certo, Povia non si può permettere.