martedì 26 giugno 2012

Parma e la voluttà della critica




c'è qualcosa di voluttuoso nel modo in cui gli editorialisti sciorinano critiche sulla lentezza della giunta parmense. Si vede il godimento del "io lo avevo detto.
Scende in campo addirittura Aldo Grasso, lui un critico televisivo, per commentare le incompletezza della giunta emiliana scomodando paragoni culinari (slow politic come slow food.... in sintesi.)
C'era da aspettarselo. Il grillismo si è sempre posto come potenziale "primo della classe". Ha sempre cavalcato quello che io ho definito altrove lo "ovvismo" una dottrina per cui la soluzione di molti problemi è sotto gli occhi di tutti, è semplice, veloce, appunto ovvia e solo l'incapacità congenita della classe politica permette di adottarla.
L'ovvismo nasce dalla furia semplificatrice, dal bisogno di percepire come lienari situazioni complesse (come ad esempio la gestione della cosa publlica) perchè la complessità necessita pazienza, studio, ma sopratutto genera disagio duraturo. Il Movimento 5 stelle ha molto combattuto questo frustrante sentimento, facendo credere che fossero le lentezze del politichese e i giochi di veti ad impedire la semplificazione amministrativa.
In molti gli hanno obbiettato che alcune cose sono complesse in sé. Che le soluzioni spesso sono la somma di intuizioni, errori, aggiustamenti, inciampi e che il risultato è quasi sempre un approssimazione di quello che avevamo in mente. Del resto è stupefacente che gli esseri umani ed elettori tutti, che sperimentano questa realtà quotidianamente sui luoghi di lavoro (o anche solo per arrangiare una cena tra amici) pretendano la sua inesistenza in politica...
Ma questo ha promesso Grillo contro tutto e tutti. E questo si aspettano che mantenga. Ecco perchè il tono di tutti i commentatori, nessuno escluso nel verificare gli inciampi di Parma è così compiaciuto. Si scoprono gli altarini, si fa notare che l'antipolitica cade in imbarazzi, lentezze, imprecisioni, passi falsi. E capita anche ai secchioni grillini. Che però avevano affrontato le campagne elettorali con una certa saccenza, forti del loro candore, garantendo la discontinuità, la diversità genetica. E quindi le ingenuità che ad una giunta neonata verrebbero perdonate come semplici incertezze da matricola ai 5 stelle sono fatte rimarcare come errori imperdonabili.
Se si predica la perfezione nella gestione poi anche la sbavatura viene fatta notare. Che ci sia una certa meschinità in queste critiche affilate è indubbio... I complici delle passate amministrazioni sentono in cuor loro di essere stati collusi ad un sistema inefficiente e indeguato. Peggio, di non aver colto il cambiamento né come cittadini, men che meno come giornalisti.  E quale gioia quindi poter urlare che siamo tutti uguali, che anche il neo sindaco di Parma per poco non assume un "condannato"! (i nuovi paria della politica contemporanea).  Non aspettiamoci nessun ammorbidimento. Parma sarà messa al microscopio per molto tempo nel desiderio di normalizzarla alla attività politica vera,  quella sporca, lenta, paziente che è sempre stata. Prima o poi qualcuno si alzerà e dirà "credevo che i grillini fossero diversi, ma non è così" su quella dichiarazione si avventeranno tutti i media.
Spetta a Pizzarotti dimostrare che una altra via è possibilie e che questa partenza lenta è in realtà una rivoluzione copernicana e non l'avvio di una normalizzaizone politica del movimento.


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