venerdì 8 luglio 2011

berlusconi innovatore?




Mi ha sempre stupito che nessuno abbia provato ad analizzare il quasi ventennio berlusconiano  dal punto di vista del futuro lascito politico, sociale e culturale. Infilandosi invece nel collo di bottiglia della riflessione "morale" diciamo così.
Berlusconi è stato un innovatore?
Io credo di si, ma in un modo che diverso da quello percepito. 
Come ho spesso scritto e penso, berlusconi non ha guidato una transizione culturale, piuttosto ha saputo coglierne i sintomi e diventarne l'interprete.
"Sviluppo senza progresso" diceva Pasolini che tutti citano e spesso a spoposito. Una cosa però aveva colto con chiarezza. Il passaggio dalla civiltà rurale a quella del consumo.
Nella civiltà del consumo lo spettro di cose che possediamo è la nostra personalità.
Questo determina una nuova generazione di esseri umani che si identificano con quello che "possono permettersi". Il passaggio maestro verso questo nuovo modo di intendere il sé  è stata la tv commerciale.
Berlusconi ha aperto una piccola tv per intrattenere gli abitanti della sua città satellite. Ha incontrato un pubblico pronto a farsi travolgere dalla sua intuizione perchè preparato sapientemente da 30 anni di "rischiatutto" di "domeniche in", di "corride" e "Studio uno". La nuova generazione di consumatori era pronta a vivere laicamente e senza sensi di colpa democristiani appunto il consumo.
Dopo le prove generali degli anni '60, berlusconi ha offerto una chiave ancora più profonda e affascinante.
"Tu sei consumo. E devi esserne fiero. Tu sei i tuoi desideri. Non devi vergognartene."
sembra una canzone di vasco rossi....
Questo assunto culturale e sociale ha trionfato per circa 20 anni. Ha cambiato gli italiani offrendo loro un modello di fruizione televisiva e di intrattenimento americano. In cui show e prodotto si parlano, si ammiccano, si fondono.
Berlusconi ha capito che separare consumo da senso di colpa lo avrebbe fatto ricco. Così è stato.
Cosa per altro a cui gli italiani erano largamente pronti e desiderosi dopo i cupi anni '70.
Le sue tv non hanno fatto altro che offrire a questo desiderio un luogo virtuale (le reti mediaset),  beni reali (l'epopea del "prosciutto Rovagnati" di Mike Buongiorno) e  una "narrazione"... per usare una parola di moda.
Berlusconi quindi come modernizzatore di processi e non di contenuti.
Questo è la sua genialità ed il suo limite.
Ha evoluto e cambiato per sempre la comunicazione della tv commerciale, dello sport, della politica.
La tv commerciale sarebbe arrviata comunque sull'omda del passaggio  da "idee" a "consumo" che era pronto per compiersi. Ne ha cavalcato l'onda rilanciando continuamente e ispirandosi ai tycoon d'oltreoceano (con un pò di brianzolitudine certo..)
Ma ora anche in questo settore di cui tanto si favoleggia è in ritardo.
LA tv via cavo non la capisce e non la precede. Quello che sky sta facendo a lui (furto di personaggi chiave, possesso dell'inerzia, senso di contemporaneità) è quello che ha fatto lui a mamma RAI negli anni '80. 
Così  poi è stato con lo sport.
La creazione dell'evento, l'arrivo in elicottero, l'acquisto di star strapagate, sono pratiche statunitensi che lui ha portato nel calcio nostrano, liberandolo di nuovo da un certo senso di colpa cattolico e dalla mortificazione della propria ricchezza cui i calciatori bravi erano democristianamente tenuti. "non ti vergogni di guadagnare così tanto dando calci ad un pallone?'" E' una frase che Berlusconi è riuscito a seppellire con una risposta semplice. "no". 
In politica poi, il suo lascito nella comunicazione e nell'estetica è profondo e defintivo. Credo che sia davvero provinciale e meschino negarlo. Anche qui, berlusconi ha intuito e prima di tutti (ma non prima di craxi) che la personalizzazione, e l'uso di tecniche di racconto pubblicitario non erano la morte della politica bensì la loro casa naturale per il nuovo millennio. 
Nessuno di noi ricorda gesti politici significativi di berlusconi, ma se io scrivo "meno tasse per tutti" ognuno di voi sorride e ricorda il manifesto. Quello vero o la sua parodia, non importa. Il ricordo è fissato. 
In conclusione credo che il suo grande lascito, più culturale che politico, sia l'avere traghettato la società italiana da luogo di incontro a luogo di spesa.
La sua grande intuizione: Far semprare le merci una cosa sexy. 
Ecco, forse per depotenziare definitivamente il berlusconi politico e consegnarlo alla storia,
bisognerebbe riconoscere finalmente il valore del "berlusconismo" come fenomeno sociologico e culturale e il suo sostanziale fallimento come complesso di valori politici.




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