domenica 27 febbraio 2011

grazie dei fior



Le analisi su Sanremo sono state quest'anno molto politiche o molto ideologiche.
Mi sembra un approccio sbagliato, Sanremo non è un comizio, né (solo) un festival della canzone. Sanremo è soprattutto uno Show televisivo, cardine fondamentale degli ascolti di Rai uno per l'intera stagione ed in questa ottica andrebbe valutato.

Ci provo...

Credo che quest'anno abbia funzionato Morandi perchè ha dato ai musicisti la sensazione di essere compresi, capiti, accompagnati da qualcuno che sa come si sentono. Rassicurati insomma. Questa immedesimazione è piaciuta molto anche agli spettatori. Il pubblico colto e snob ha apprezzato un artista che è rimasto credibile e pultio per molti anni e che ha accettato la sfida nell'arena della retorica, quello più sempice e massificato ha seguito sanremo perchè lo segue sempre. Ecco perchè gli ascolti sono stati buoni. Allo zoccolo duro si è aggiunto un pubblico che si è sentito "sdoganato" dalla presenza di Morandi.
Tecnicamente il festival è stato un disastro....ed un successo...  Morandi e il suo team hanno inanellato vari errori, Sbagliare le entrate, dimenticarsi gli spostamenti, comunicare ansia in ogni istante, andare in bambola, guardare troppo il gobbo elettronico. Ma proprio questa incapacità ce lo ha fatto sentire (Morandi) più vicino e più vero. Molto in sintonia con i "people show" che adesso presidiano la tv. Persone normali che fanno cose anormali. E così abbiamo percepito lui.
Non condivido gli entusiasmi per luca e paolo. Il modulo che hanno inventato  è ormai codificato; loro due e in mezzo una gnocca a cui ne dicono di tutti i colori,  oppure il duetto con luca spalla di paolo che gioca sui qui pro quo. Infatti hanno funzionato bene quando hanno preso di mira le due co-conduttrici, molto meno bene con le songs, davvero deboli.
Le interviste sono state  senza dubbio (con la regia) l'orrendo buco nero del festival. La Bellucci che si presenta come la regina margot andava incalzata per tiare fuori la sua anima popolana ed italiana, Morandi l'ha trattata a metà tra il sogno erotico e la regina margot appunto. E lei è rimasta ingessata come una Principessa che visita la Papuasia per la prima ed ultima volta.
Andy Garcia che strimpella il piano e stona una canzone cubana è l'icona definitiva del nosro tragico ed eterno provincialismo. Di De Niro cito solo un scambio tra morandi e la canalis: Morandi "bellissmi film! Toro scatenato, taxi driver, come si traduce taxi driver?" e la Canalis "taxi driver..." perfetto.
La regia è stata una delle più brutte di sempre, e mi domando chi sia il fior di raccomandato  (perchè questo sarà di certo) a cui l'hanno affidata. La stile registico si esauriva in queste due opzioni: Totale/campo a due/totale/campo a due/totale campo a due. Legnosa, banale, con l'impressione di cameraman lasicati a loro stessi. Apoteosi il numero del tango. Totale troppo largo che non fa capire cosa succede, Dettaglio sui piedi che fa perdere tutta la sensualità del movimento dei corpi.
Complimenti caro il mio raccomandato. Ora scompari.
Ribadisco che Sanremo è televisivo e non musicale. E' con questa ottica che va giudicato il casting artistico che cerca sempre una sintesi perfetta delle diverse anime che siedono davanti al televisore.
Gli anziani (del sud e poco scolarizzati, aggiungo), sono una fetta consistente degli ascolti di raiuno e vengono quindi garantiti da Al bano, Anna Tatangelo e i Modà che in realtà rappresentano il bel canto innocuo che fa il verso a claudio villa e che tanto piace ai nostri nonni (non a caso il cantante ha defintio "maestro" Al bano), prosecuzione ad un altra età degli orrendi show con cantanti bambini che gorgeggiano "granada".
Una spruzzata di alternative con Luca Madonia ed i  La Crus, la musica d'autore stagionata per gli ex '78ini con Vecchioni, che ci offre una canzone orrendamente didascalica e perciò vince facile,  le star dei talent show, vero motore del televoto (amici e x factor)  e perciò emma, giusy ferreri e  Nathalie.
Alcuni cani sciolti che le etichette ostinatamente ripresentano nella speranza che  ritrovino la antica magia e gli antichi incassi, Oxa e Patty Pravo (Se indisposte Va bene la Bertè che vale due) e il "candido" che fa sentire puliti gli spettatori in carriera (Tricarico) così quando acoltelliamo alla schiena un collega sappiamo che nel mondo la purezza esiste ancora grazie a lui. La presenza della lega al governo permette di sdoganare Van de sfroos che a onor del vero si era sdoganato da solo trovando il suo pubblico nel grande nord.
Come vedete ogni categoria è accuratamente coperta. L'ecumenismo di Sanremo è una necessità per gli ascolti e gli introiti della settimana.
 Gli ospiti. Sul tecnicismo per cui gli euro dati a benigni sono in realtà un investimento che fa guadagnare 4 volte vi rimando a questo POST.
IL meccanismo di voto è stato interessante. 2 giorni di giuria demoscopica che hanno massacrato i dinosauri e 2 giorni di televoto che hanno riportato il nazionalpopolare al centro della scena.
Albano e la Tatangelo il primo giorno, Oxa e Patty Pravo il secondo.
Sanremo espelle il vecchio con infinita lentezza. L'anno in cui Carmen Consoli portava a sanremo "confusa e felice" Riccardo Fogli giganteggiava manco fosse Bryan Ferry.  Se volete una finestra spazio temporale sul passato, spesso Sanremo è quella finestra.
Il televoto ha ripescato quindi personaggi che del pubblico massa sono gli idoli. Anna Tatangelo e Al bano e perduto definitivamente La Oxa e Patty Pravo che non potevano essere ritrovate perchè sono in una terra di nessuno.
Concludo con il caso delle due co-conduttrici.
Dico quello che dicono tutti, partiti per consacrare la Canalis fidanzata dello zio d'america, fieri che Clooney avesse scelto una nostra connazionale e pronti a crocifiggere la zoccola argentina con fidanzato impresentabile.
 Ci siamo trovati con un capovolgimento di fronte degno delle commedie anni '60, la simpatica è antipatica e viceversa. Belen che ama la famiglia, che sa ballare e canta niente affatto male, ma sopratutto Belen che riesce in un arte che conquista le masse dei telespettatori implacabilmente, quella di sembrare o essere autentica.
La televisione è una strana cosa. Parte per mentire, lo fa in modo maniacale e strutturato e nonostante ciò qualche scampolo di realtà arriva e scompagina tutti i piani. O forse è una menzogna così ben costruita da arrivare a credere a se stessa e diventare verità come in certi film di Almodovar.




the searcher

mercoledì 16 febbraio 2011

laicità à la carte



è interessante questa battaglia laica di Giuliano ferrara a colpi di mutande.
Ferrara ci parla di comportamenti privati, di abitudini sessuali e morali che non dovrebbero riguardare uno stato, perchè attengono alle scelte personali.
Chiama alla guerra contro il nuovo puritanesimo... con toni da "uomo qualunque", in sostanza, non rompeteci i coglioni...
D'accordo su tutto, per carità. E' incredibile però come  Ferrara si consenta carpiati tripli ideologici (con quella mole poi..) che ad altri invece sono negati.
Parliamo infatti di quello stesso Ferrara che invocava un nuovo puritanesimo (con altro nome) nella sua guerra santa contro l'aborto. 
Ecco li la laicità dello stato lascia il passo e velocemente, a  un giudizio morale, moralissimo. 
Perché per lo Stato laico, la donna deve poter essere libera di scegliere i propri comportamenti, appunto.   Per lo Stato di conseguenza, un feto di poche settimane è una struttura molecolare che non si può ancora chiamare essere umano, questo consente un passaggio faticoso ma essenziale di libertà  ad un cittadino,  la donna, che decide cosa fare. Per i cattolici invece quella possibilità di essere umano (il feto)  è già uomo e la sua salvaguardia va garantita ad ogni costo. Cosa è laico e cosa neo puritano in questi due casi Ferrara?  
Ferrara è  poi lo sponsor intellettuale  e l'ascoltato "consigliere del principe" di un governo che ha affossato le staminali, che non vuole nemmeno sentire parlare di  unioni civili.
Mi domando se queste scelte non siano neopuritanesimo all'ennesima potenza, interventi nelle abitudini sessuali e morali (eccome) delle persone.
Se sto male e non posso sposare un partner del mio stesso sesso, al mio capezzale lui non ha letteralmente diritto di accesso. Intendo dire che in rianimazione, se non siete marito o moglie di qualcuno non vi ci fanno entrare.
Ecco un altra domanda, la sala rianimazione è uno spazio privato se dentro sta tra la vita e la morte la persona che amiamo o no?  
Su queste domande più sostanziali e dolorose certo, delle feste private, mi aspetterei un dibattito alto da Ferrara, che ne ha le armi intellettuali e morali. 
Il suo  laicismo à la carte invece  è comodissimo;
costa molto di più, ma mangi solo quel che vuoi. 


the searcher

lunedì 14 febbraio 2011

lo sceicco bianco



Lo sceicco bianco è un bellissimo film di Federico Fellini.
Siamo nel dopoguerra, una ragazza di provincia, in viaggio di nozze a Roma, fugge dall'albergo per incontrare il divo dei fotoromanzi dei suoi sogni. L'attore, un sordi di cinismo magistrale sta nel personaggio e affascina la sposa ingenua fino all'arrivo della moglie. Lì la maschera cade.  E Sordi mostra la sua meschinità.

Berlusconi di questo periodo mi fa pensare a lui.
Credo infatti che Berlusconi piaccia ormai a due sole categorie di persone:
Quelle molto ciniche e quelle molto candide.
Penso alle opposte reazioni di certe ragazze alle cene di arcore. Quelle che capiscono benissimo perchè sono li e quelle che credevano davvero di essere ad un incontro politico. Le prime si adeguano al volo, per le seconde la delusione, l'incrinatura del mito è profonda e dolorosa.

Se ha una colpa ulteriore (non morale o penale, semmai politica) è proprio quella di avere distrutto una narrazione a cui molti ragazzi hanno creduto. Una narrazione forse superficiale, un pò plasticata, certo anni '80, ma pur sempre un idea di italia e di italiani, che piacesse o no.
Immagino quelle facce da bravi ragazzi che studiano, con il ciuffo ordinato, la cravatta e la camicia azzurra che vediamo in  certi siti del PDL, e che ho visto in alcune manifestazioni.
Ecco aver in qualche modo tradito quella generazione è una colpa su cui dovrebbe interrogarsi.
Costruire un immaginario di giovani puliti, rispettosi dei genitori, bravi a scuola laureati che affrontano il paese e lo cambiano e poi scoparsi quegli stessi giovani non è un bel vedere. E' infatti un silenzio assordante è quello delle giovani leve berlusconiane, che pure nei club ci sono.

Non sono così sicuro che questo paese sia affogato nel cinismo. E non credo che il PDL non abbia avuto le sua strutture ideali. Certi studenti della cattolica o della bocconi milanese, che lo vedevano come l'imprenditore di successo, il padre o lo zio che avrebbero voluto avere.  Penso che per loro, anche se non sono folle oceaniche,  il disagio ci sia.
A quella generazione di sicuro non può più parlare dopo quello che è accaduto e l'interruzione di dialogo con i "giovani per bene"alla fine è un errore politico non da poco.
Chissà se questo "danno collaterale" lo sta valutando, Berlusconi.