giovedì 14 febbraio 2013

the Sanremo diaries_day2




Un bell'inizio di seconda serata, con Beppe Fiorello che interpreta con credibilità e, mi sembra grande rispetto, Domenico Modugno. Il gesto finale di regalare la giacca di Mimmo alla vedova è forse un po' retorico ma efficace.  Quando Sanremo travalica e diventa storia del paese (storia pop certo) è al meglio di sé.

Luciana si rilassa e il duo trova sicuramente un ritmo più giusto. La tecnica di palco della coppia la conosciamo;  la ragazzaccia sboccata e il professore di liceo che la tiene a bada con urla da zia esausta alle gite ("Luciana!"). Il primo giorno l'eccesso di interruzioni della Litizzetto aveva troppo frammentato le presentazioni, ieri la macchina funzionava meglio, complici anche i suggerimenti imperiosi di Fazio, che i microfoni sempre troppo aperti (un errore tecnico inspiegabile...) ci hanno lasciato intuire tra una pubblicità e l'altra. Luciana poi da il meglio di se con le belle ospiti. La gag "io donna normale voi gnocche, ricche e con più culo che anima nella vita"  è formidabile e permette l'immedesimazione del 98% delle femmine davanti alla TV (il 2% escluso sono Belen e Afef Tronchetti Provera).

Tutti parlano bene della formula doppia canzone e io invece no. Si capisce lontano un miglio qual'è la preferita dagli artisti e si è creata anche una curiosa deriva stilistica; primo brano pura ballata in stile Sanremo, pur nella differenza di mood (i modà fanno i modà, max gazzè fa Niccolò Fabi più bravo come sempre) per il secondo pezzo parte invece il riflesso condizionato del musicista finto colto... la rivisitazione della canzonetta swing anni '30 attualizzata. Gorni Kramer meets Radiohead diciamo.
Tutti dorotei insomma e tutti a tentare la doppia offerta; Pop song e tradizione, non sia mai che lo spettatore tipo di Rai Uno (70 anni..) non senta echi di gioventù e voti a favore.

Ecco devo dire che la musica cosiddetta altra, colta, quella intelligente ma fuori dalle classifiche si è presentata alla prova sanremese con un risultato finora deludente. Molti artisti che abbiamo visto sul palco avevano già dato il meglio di se sulla scena indie (per quello che ciò ormai significa) tanti anni fa. Quella che stiamo testimoniando sembra insomma più una celebrazione postuma, officiata da un grande musicista, Mauro Pagani, che la fotografia del nuovo.
So che volete i nomi e li faccio... gli Almamegretta. Una pallida imitazione della straordinaria band che sono stata e che addirittura si fa scrivere una canzone da Federico Zampaglione ( il "Tiro Mancino").
Fa piacere intendiamoci e se lo meritano, così come se lo sono meritato Marta sui tubi, ma lo zeitgeist è altrove, in artisti che probabilmente Sanremo lo rifiuterebbero a priori... Amor fou, Dente, le luci della centrale elettrica, lo stato sociale, zen circus,  i cani ed è una lista ovviamente parziale.
Diciamo quindi che quasi sempre Sanremo consacra o storicizza. Raramente anticipa.

Resta i-nar-ri-va-bi-le Toto Cutugno con il coro dell'armata rossa.
Per ora il "momentum" dello show è ancora suo. Il nazional popolare è un gioco duro e solo i duri lo sanno giocare.

ps attendiamo di sapere se la apple farà causa per plagio ai titoli "mirrored" di questa edizione...



a domani

the searcher


2 commenti:

Anonimo ha detto...

pur essendo una "io donna normale voi gnocche, ricche e con più culo che anima nella vita" trovo la luciana sempre più irritante, e francamente anche un po' scontata. Insomma non mi inserirei in questo 98% di donne che si immedesimano in lei.

Ho trovato invece avvincente il duo fazio-marcorè nelle imitazioni di papà Piero e figlio alberto angela. Fazio quando torna al suo prima amore scivola giù meglio, per me.

E gli elii? due pezzi sottotono, ma il secondo divertente, dai. No?

Bella questa tua rubrica.
Ciao
S.

the searchers ha detto...

grazie della tua lettura attenta S.!
TI promuovo immediatamente nella minoranza, fai calare di conseguenza al 97% le immedesimate..
Luciana è brava, ma con Fazio forse è incastrata nelgi stessi botta e risposta da troppo tempo e questo ha un po' ridotto i suoi colori comici,

Ho dimenticato Elio! Una dimenticanza freudiana però.
Concordo con il tuo "sottotono", perchè è vero che gli Elii non vanno mai misurati con il solo metro della "canzone" (anche questo un mantra ormai..) , ma è vero anche che nei loro giochi linguistico musicali sfanculanti del passato c'era sempre il giro di basso, il groove, la melodia che non ti dimenticavi più (pensa al pippero....) ecco questa cosa si è un po' persa nel tecnicismo assoluto.

Dannazione, ora che so di avere almeno un lettore mi tocca continuare i diaries fino alla fine!