martedì 16 febbraio 2010

un inquietante personaggio si aggira sui nostri schermi



c
'è questa cosa tutta italiana che le persone non si vogliono fare da parte. mai.
Maurizio Costanzo ha costruito una parte della storia della televisione italiana.
Nei suoi momenti migliori con le prime interviste televisive davvero diverse (lui e minoli i due inventori del genere) fu un geniale innovatore.
L'inizio di bonta loro (che ho linkato) è di una bellezza teatrale.
Lui che entra, chiude la finestra, come a fine giornata in una casa qualunque ed inizia la trasmissione.
Un gesto "dada" mi verrebbe da dire. E quel clima surreale creato con un gesto semplice già portava il meccanismo intervistatore/intervistato in un altra dimensione.
Poi ci fu l'evoluzione del maurizio costanzo show.
Più istituzionale e magniloquente certo. Ma fu il porta a porta degli anni 80.
Li si andava a dire le cose. Catturò di certo lo zeitgeist dei quell'epoca.
POi c'è stato il Costanzo re inventore dello spazio domenicale e produttore di successo con la moglie.
Ci sarebbe da dirsi soddisfatti no? Anni di carriera ad altissimi livelli, denaro, rispetto e considerazione, magari un momento per ritirarsi in gloria.
Ecco invece no.
Costanzo mi sembra adesso come quei vecchi centravanti che non possono più permettersi una grande (mediaset) e cercano spazio e ultimi scampoli di gioco in un altra squadra, che se lo compra più per il nome che per l'efficacia. La rai.
E che tristezza il balletto degli imbarazzi che già immagino nelle sale ovattate di cologno monzese. con Costanzo che si inalbera...
Ricorda la vicenda di Mike a cui nessuno aveva il coraggio di dire che era il momento di provare cose nuove, di lasciare libero uno spazio. E tutti questi grandi vecchi che si offendono "come si permette lei!" io facevo il 50% di share nel '56..
Ecco tornando a Costanzo Il punto è la tristezza che fa vedere un autore del suo successo e del suo genio, uno che potrebbe passare la vita a fare conferenze nelle università della comunicazione tra il silenzio rispettoso dei futuri creativi non accettare questo nuovo possibile status e rinocorrere ancora la passerella per un ultimo giro, come i finali di rivista... ridursi gobbo e anche un pò rincoglionito a comparsate imbarazzanti come quella di ballando con le stelle 2010. Un momento di tale angoscia senile che ha basito persino la De Filippi, che chiamata in diretta non riusciva a nascondere il suo disappunto e forse, la sua preoccupazione.
Cosa scatta in queste persone? cosa le spinge a preferire una umiliazione pubblica alla ammirazione privata? Perchè Costanzo si espone a quel sottile velo di compatimento ipocrita che la televisione (luogo crudelissimo, ci ho lavorato e la conosco) riserva a chi non ha più il successo di una volta, unico talismano che ti mette al riparo dalle rasoiate, per una piccola inutile passerella?
Ecco mi spiace che anche lui che è stato così intelligente si riduca a emblema di quell'arci-italianità, perennemente alla ricerca dell'ultima ribalta.

Una digressione...quando Veltorni lasciò fuori dalle liste De mita, 80enne forse da 50 anni in politica, Ciriaco rispose piccato che i medici gli avevano diagnosticato un età cerebrale di 65 anni. Lo dava come giustificazione. Anzi come pretesa di nuova eleggibilità... Fenomenale no? E' l'età in cui vanno in pensione le persone normali. Lui non accettava la pensione neppure per i suoi anni mentali. Figuriamoci quelli fisici.
Trovo anche lui la sua squadra di provincia beninteso, e dopo un dotto argomentare di mesi sui giornali approdò all'UDC (i Cosmos della politca. Dove giocava pelè a fine carriera negli stati uniti..) spiegandoci che non lo faceva per poter essere rieletto, no. Era ovviamente un ripensamento politico.

Forse tra queste due vicende non ci sono collegamenti.
Forse si.


1 commento:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie