prosegue
l'esodo dalla Rai a tappe forzate per arrivare normalizzati, normalizzatissimi
all'appuntamento del 2013.
Santoro,
FazioSaviano e ora la Dandini. Per tacere della lontananza incomprensibile di
Fiorello dalla rai. suo campo naturale di azione.
Pensate,
la casa di produzione di “parla con me” accetta, con questi chiari di luna di tagliare il budget del
5% pur di permettere alla Dandini di restare in Rai. Il Consiglio boccia
l'accordo, spalancando di fatto le porte di viale mazzini perchè Serena si
accomodi altrove.
Non
credo che questa emoraggia di conduttori sia una volontà precisa di Berlusconi.
Ormai i consiglieri del re sono così bravi a carpirne gli umori da anticiparne
i desideri anche inconsci. C'è un altra componente però a mia avviso da non
trascurare.
Quella
dell'invida.
Storicamente
la destra non ha mai saputo costruire programmi televisivi che coniugassero
credibilmente informazione, intrattenimento, satira e un pizzico di spettacolo
("parla con" me appunto). Non è un caso se il Bagaglino viene citato
costantemente come unico programma di successo che ha una connotazione tale
( e non c’è da vantarsene..)
La
destra italiana alla cultura (anche quella televisiva) è sempre stata asincrona.
La ritiene inutile, fighetta, parafrocia, il vero uomo agisce e non studia.
Nota
bene, non parlo del centro democristiano, ché "La notte della
repubblica" di Zavoli fu quanto di più moderato si potesse pensare: con il
giornalista padre
che interroga e i brigatisti figli prodighi che piangono davanti a lui.
Quella era eccellente televisione DC. Paternalista, censoria, moralista, ma
fatta decisamente bene.
Parlo
della nuova sgangherata destra che nasce nel 94 (impiantata però nel
craxismo, che infati era ignorante e modernista) Che avendo fondato la propria
idea di tv, di comunicazione e di
cultura popolare sulle donnine del tabarin anni 50, trova assolutamente
incomprensibile il tentativo di fondere approfondimento e intrattenimento.
Di
conseguenza i tentativi di portare in tv dei format simili si sono rivelati dei
flop epocali (ancora ci ricordiamo excalibur con antonio socci...).
Da
provinciale quale è però la destra
italiana disprezza, ma segretamente invidia e “aspira ad essere”.
Eliminare
dalla tv italiana certe voci permette di togliersi molte soddisfazioni;
dimostrarsi problem solving con il Capo, vedere le odiose fighette intellettuali
strisciare per avere una conferma e cacciarle comunque, ribadire con aria
contrita che il problema non è affatto politico ma economico, facendole passare
per radical chic che in realtà badano al soldo.
Insomma
un sabba di soddisfazioni personali e che ha come risultato finale lo
svuotamento della rai di risorse editoriali, ascolti ed entrate pubblicitarie.
Potrei
fermarmi qui, ma c'è un rovescio della medaglia.
I
conduttori "di sinistra" non sono innocenti come putti. Spesso usano
la situazione per far del vittimismo, per atteggiarsi a perseguitati, ciurlano
nel manico per ottenere ottime condizioni economiche e di messa in onda urlando
alla discriminazione appena si obietta qualcosa. Insomma non sono esenti da
colpa, in cambio però offrono un prodotto di successo, che non è poco.
Questa
dialettica in realtà è fisiologicamente corretta.
Una
squadra che funziona prova ad ottenere condizioni migliori economiche e di
palinsesto, infatti quando provarono a diminuire la presenza di Vespa su Raiuno
il conduttore giustamente si inalberò citando le uniche cose che si possono
citare a propria difesa. Gli ascolti. La polemica si sgonfiò in un baleno. La
vicinanza del Giornalista al governo (Vespa antiberlusconiano?!) tenne lo
scontro nei canoni naturali e si chiuse con mediazioni e soluzioni.
Il
punto infatti è questo. Mascherare da contesa editoriale/economica un problema
che è politico.
Questo
inquina la dialettica editore/creatore, facendo apparire come incomprensibili
le piazzate RAI e permettendo poi a
qualche star televisiva di sinistra di gridare all censura e mettere la sordina
a pecche degli show che a volte esistono eccome (vero Sabina Guzzanti?)
Confondendo
in questo modo le acque, la rai riesce in un invidiabile primato, sembrare
sparagnina e dissipatrice, Censoria e superficiale, politica e qualunquista
allo stesso tempo. Una bella impresa. non c’è che dire.
1 commento:
erano anni che non leggevo in un articolo la parola tabarìn
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