venerdì 16 settembre 2011

il deserto RAI





prosegue l'esodo dalla Rai a tappe forzate per arrivare normalizzati, normalizzatissimi all'appuntamento del 2013.
Santoro, FazioSaviano e ora la Dandini. Per tacere della lontananza incomprensibile di Fiorello dalla rai. suo campo naturale di azione.
Pensate, la casa di produzione di “parla con me”  accetta, con questi chiari di luna di tagliare il budget del 5% pur di permettere alla Dandini di restare in Rai. Il Consiglio boccia l'accordo, spalancando di fatto le porte di viale mazzini perchè Serena si accomodi altrove.
Non credo che questa emoraggia di conduttori sia una volontà precisa di Berlusconi. Ormai i consiglieri del re sono così bravi a carpirne gli umori da anticiparne i desideri anche inconsci. C'è un altra componente però a mia avviso da non trascurare.
Quella dell'invida.
Storicamente la destra non ha mai saputo costruire programmi televisivi che coniugassero credibilmente informazione, intrattenimento, satira e un pizzico di spettacolo ("parla con" me appunto). Non è un caso se il Bagaglino viene citato costantemente come unico programma di successo che ha una connotazione tale ( e non c’è da vantarsene..)
La destra italiana alla cultura (anche quella televisiva) è sempre stata asincrona. La ritiene inutile, fighetta, parafrocia,  il vero uomo agisce e non studia. 
Nota bene, non parlo del centro democristiano, ché "La notte della repubblica" di Zavoli fu quanto di più moderato si potesse pensare: con il giornalista padre che interroga e i brigatisti figli prodighi che piangono davanti a lui. Quella era eccellente televisione DC. Paternalista, censoria, moralista, ma fatta decisamente bene.
Parlo della nuova  sgangherata destra che nasce nel 94 (impiantata però nel craxismo, che infati era ignorante e modernista) Che avendo fondato la propria idea di tv,  di comunicazione e di cultura popolare sulle donnine del tabarin anni 50, trova assolutamente incomprensibile il tentativo di fondere approfondimento e intrattenimento.
Di conseguenza i tentativi di portare in tv dei format simili si sono rivelati dei flop epocali (ancora ci ricordiamo excalibur con antonio socci...).
Da provinciale quale è  però la destra italiana disprezza, ma segretamente invidia e “aspira ad essere”.
 Eliminare dalla tv italiana certe voci permette di togliersi molte soddisfazioni; dimostrarsi problem solving con il Capo, vedere le odiose fighette intellettuali strisciare per avere una conferma e cacciarle comunque, ribadire con aria contrita che il problema non è affatto politico ma economico, facendole passare per radical chic che in realtà badano al soldo.
Insomma un sabba di soddisfazioni personali e che ha come risultato finale lo svuotamento della rai di risorse editoriali, ascolti ed entrate pubblicitarie.
Potrei fermarmi qui, ma c'è un rovescio della medaglia. 
I conduttori "di sinistra" non sono innocenti come putti. Spesso usano la situazione per far del vittimismo, per atteggiarsi a perseguitati, ciurlano nel manico per ottenere ottime condizioni economiche e di messa in onda urlando alla discriminazione appena si obietta qualcosa. Insomma non sono esenti da colpa, in cambio però offrono un prodotto di successo, che non è poco. 
Questa dialettica in realtà è fisiologicamente corretta.
Una squadra che funziona prova ad ottenere condizioni migliori economiche e di palinsesto, infatti quando provarono a diminuire la presenza di Vespa su Raiuno il conduttore giustamente si inalberò citando le uniche cose che si possono citare a propria difesa. Gli ascolti. La polemica si sgonfiò in un baleno. La vicinanza del Giornalista al governo (Vespa antiberlusconiano?!) tenne lo scontro nei canoni naturali e si chiuse con mediazioni e soluzioni.
Il punto infatti è questo. Mascherare da contesa editoriale/economica un problema che è politico.  
Questo inquina la dialettica editore/creatore, facendo apparire come incomprensibili le piazzate RAI e  permettendo poi a qualche star televisiva di sinistra di gridare all censura e mettere la sordina a pecche degli show che a volte esistono eccome (vero Sabina Guzzanti?)
Confondendo in questo modo le acque, la rai riesce in un invidiabile primato, sembrare sparagnina e dissipatrice, Censoria e superficiale, politica e qualunquista allo stesso tempo. Una bella impresa. non c’è che dire.

1 commento:

olderico ha detto...

erano anni che non leggevo in un articolo la parola tabarìn