lunedì 6 giugno 2011

Forse non tutti. Comunque molti, per non dire troppi



E così tutti quelli che conosco e che non devono lavorare per vivere hanno girato milano vestiti di arancione e con la spilla di pisapia....
E' difficile essere contenti di un cambiamento, che comunque qualcosa porterà (20.000 persone in coda per stringere la mano al sindaco il 2 giugno. Non succede dai tempi della fine della guerra secondo me...)
ed essere estremamente scontenti per la qualità delle persone che conosci e si considerano le lance aguzze, protagoniste di questo cambiamento.
Radical chic di terza generazione, che vivono una finta povertà fatta di sacrifici non necessari e lussi mimetizzati. Tipo avere il riscaldamento a legna e non andare una mattina che è una in un ufficio a lavorare. Pensando che vivere spartanamente sia bruciare qualche ramo di faggio e non affrontare la 91 milanese per tutto l'inverno. (chi la prende sa di che parlo).

A Milano le persone che dovrebbero piacermi mi stanno sulle scatole;
ragazzi che lavorano sodo nei bar da quando hanno 15 anni, che si fanno il culo nelle panetterie aperte dalle 8 del mattino alle 8 di sera "guavdi mi dia quel pane di semola, 2 focaccine e 3 fvancesini ben cotti gvazie. Ho detto ben cotti, vagazzo!!" E poi mezz'ora alla chiusura per lavare pavimenti e cessi. I banconieri di supermercato, che alle 8,45 di sera puliscono l'affettatrice con una perfezione speranzosa, per quadagnare qualche minuto. Poi alle 9,02 arriva la solita stronza, che chiede 2 etti di crudo e ti tocca risporcarla tutta. e mannaggia, un mezz'ora in più prima di tornare a casa.
Tutte queste persone votano Berlusconi purtroppo.
Comprano televisori piatti, smart accessoriate, i-phone e vestiti di marca. Si fanno la lampada, lambiscono senza mai possederli veramente i congiuntivi. Una volta sarebbero stati l'elettorato comunista naturale. Lavoratori. Ma ora sono senza "coscienza di classe"... fa paura sentirlo dire vero? Eppure è così.  20 anni di deregulation culturale hanno convinto i proletari di essere borghesi ed i borghesi a giocare ai proletari.
Gli  altri, i ragazzi consapevoli delle diversità culturali, che amano i fratelli rom e le sorelle musulmane sono colti, intelligenti, delicati, educati, solidali, ecosostenibili e pure il cazzo che vve se frega.
Lavorano in una casa editrice alternativa, stupiti di non ricevere 2.000 euro al mese solo per il fatto di conoscere andy wharol e Johnatan safran foer. Vogliono fare i registi, i grafici i web designer.
Spesso vivono di rendita. Case che i genitori hanno lasciato loro e che affittano a poveracci. Non producono reddito fresco, campano di rendite come i loro antenati ricchi. Sono i latifondisti del nuovo milllennio... non li sfiora il dubbio che vivere in questo modo. affittando pezzi di case faraoniche comprate dai genitori, riducendo i consumi al massimo per vezzo, per moda e per paura di dover lavorare sul serio sono in realtà i nuovi parassiti. I giovin signori dei nostri giorni.
Non producono nulla, si limitano a vivere, come certa nobiltà di campagna che attingeva reddito dal lavoro dei mezzadri.
Tutti questi votano Pisapia, ovviamente. Sono gentili, carini, sempre con una punta di presunzione e paternalismo, che riescono a nascondere a prezzo di un feroce autocontrollo.
Non sono la caricatura della reazione che i nostri zii hanno potuto combattere negli anni '50, quando bene e male, rosso e nero, randello e cazzotto erano riconoscibili (a seconda delle proprie idee certo).
Qui è tutto più sfumato, più elegante. Il nemico ti assomiglia. Ti piace.
Amano Pispia quelli che dovrebbero temerlo e viceversa.
I fratelli musulmani e rom avranno spazi e attenzione nella città. Nelle periferie soprattutto...in cui saranno quei panettieri e quei baristi a sperimentare l'integrazione vera. Quella del pianerottolo, del ballatoio, del bar.
I retti, i giusti di Pisapia, nei loro rarefatti open-space non vedranno nulla di tutto ciò. Se non lo scoppiettare del legno nella stufa di ghisa fatta venire appositamente dall'austria.
Penseranno contenti che finalmente Milano ha un sindaco di sinistra.
Poi Pisapia farà qualcosa che assomiglia anche solo vagamente ad un gesto pragmatico, reale, non utopico e nemmeno poetico. A quel punto si pentiranno ed andranno in cerca di un nuovo eroe.
tutti insieme, nelle loro birkenstock consumate, come ne "il quarto stato" di pelizza da volpedo.
Nonostante tutto. Mi sento affine alle persone sbagliate e lontano dalle pesone giuste.
Amo queste fighette colte, anélo alla loro approvazione, spero nella loro simpatia. Non sono migliore di loro. Solo più cosciente delle mie contraddizioni.
Questa la situazione.
Anno di grazia 2011. Milano.


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