lunedì 4 maggio 2009

october fest







ormai il concertone del primo maggio è un carrozzone che gronda di retorica e riflessi pavloviani della folla a qualunque segnale arrivi dal palco. Quest'anno Castellitto, che è uno dei più grandi attori italiani, (se non il più grande) non si poteva guardare. Continuamente sopra le righe per infilare una sceneggiatura di contenuti da teatro, da orazione civile in quella cagnara da strapaese infestata di striscioni di Vasco. Brutta visione. Ci ha fatto una magra figura, non è stato ne alto ne basso, ne pancia ne cultura, schiacciato dalla struttura della celebrazione, che ormai sembra un gigantesco festival della birra. I fan di Vasco poi sono un arma a doppio taglio. Si perchè sono il "popolo del rock" come lo chiama lui, ma di musica notoriamente non capiscono un cazzo. La partecipazione allo show del blasco è una messa laica, un grido identitario che ha onestamente poco a che fare con la musica. Castellitto ha poi infilato l'autogol del brano di libro della moglie letto in diretta con tanto di copertina in evidenza... e si stupisce pure che gli abbiano fatto le pulci il giorno dopo... beata ingenuità. Ma se lo avesse fatto che sò, Paolo Guzzanti una gag del genere che cosa gli avremmo detto? Il brano parlava di Vasco per carità, e della sua buona fede siamo tutti convinti, ma sentirlo oggi ribattere ai giornali stupito come capuccetto rosso non fa onore alla sua intelligenza. Anche Berlusconi giura sulla testa dei figli che non lo ha fatto apposta... ma possibile che in questo paese non si riesca a mai a capire che la rigidezza formale in certi casi è obbbligatoria a prescindere dalla propria onestà interiore? Che i gesti parlano molto più delle intenzioni? Che certe cose non si fanno e basta, perchè come dice la nonna "avete dimenticato cos'è la vergona"? E non parliamo della musica... Anche il line up è sempre peggio, diciamo pure questo, Il significato sociale (se ma ci fu) è seppellito da un pezzo e bene fanno gli afterhours a presentarsi vestiti come damerini del '700. Manuel come al solito capisce tutto prima di tutti e prova a dire sottovoce " un pò di autoironia no?" "No". No per carità... avanti con la retorica e la messa cantata dei temi giusti, di "questa bella ggente della piazza" che appena finisce Vasco lascia il resto del concerto in una solitudine siderale, costringendo il regista a rinunciare improvvisamente a qualunque totale per non svelare la piazza che va svuotandosi. Viva i lavoratori si, ma fino a che non finisce Vasco. Poi fanculo i lavoratori ed Edoardo bennato lasciamolo pure al suo destino. Gli farà compagnia la tinta dei capelli le sue magliette UMM e al massimo qualche burattino senza fili.... Cancelliamolo sto concerto del 1 maggio. Cancelliamolo e basta. ________________________________________________________________

1 commento:

eulalio persichetti ha detto...

Dato che vengo sempre a cacarti il cazzo questa volte invece ti scrivo per darti pienamente ragione. Interessante e centrale l´ affermazione della nonna " avete dimenticato cosa e´ la vergogna" corroborata dal libro di anna maria pandolfi su questo sentimento di cui ti cito un estratto: "Chi e' capace di reggere la presenza del proprio o altrui errore ( la vergogna, insomma),di ammetterlo o combatterlo, possiede- ricorda la psicoanalista Pandolfi- un Se' sufficientemente saldo e un'identita' abbastanza definita per poter entrare nell'area della conflittualita', tollerare la colpa e sopportare la depressione che ne consegue. Al contrario, chi rigetta tutto questo, dimostra il bisogno di essere visto e parlato, per garantirsi della sua propria esistenza e negare il vuoto e la futilita' del suo mondo interno e, ora, anche di quello esterno, tra i quali peraltro la distinzione non e' piu' cosi' netta " che andrebbe a dimostrare che i personaggi televisivi ( la sfera di quelli che hanno bisogno di esser visti e parlati) oramai sono alieni da qualsiasi imbarazzo.
perdona la lunghezza.