mercoledì 9 luglio 2008

il mistero del mondo


-…ho sempre bisogno di nuovi libri e di nuovi romanzi. Ho profondamente bisogno di una continua ritestualizzazione” del mondo. Perché il mondo così com’è non va bene. Occorre un cambiamento. e bisogna crederlo possibile : un libro, un buon libro, non cambia il mondo, Però cambia il suo modo di parlare. E forse anche il modo di sentirlo. Quando Peter Handke scrive “io lavoro al mistero del mondo” credo produca un’emozionante indicazione poetica: bisogna lavorare, bisogna scrivere, bisogna pensare; man non per un fine, quanto per sentirsi inseriti in una collettività che abbraccia il primo e l’ultimo uomo che apparirà sulla terra.
Peter Handke mi insegna un’idea di continuità di “durata” misteriosa, in cui però anch’io, come singolarità sono inserito.-

Sono parole di Pier Vittorio Tondelli.

un scrittore della mia generazione morto giovane.

Tondelli è un genio. come Pasolini, quanto Pasolini.

Solo che nessuno lo ricorda o lo cita, perché per tutte le nuove generazioni è molto più figo mostrare foto vintage in b/n di un bell’uomo, morto di morte violenta per la nostra redenzione (è fu così) come Pasolini, piuttosto che mostrare questo giovane timido, malinconico ritratto nelle polaroid anni 80 e morto del male del nostro secolo. L’aids.

E’ fuori per Bombiani tascabili “L’abbandono. racconti dagli anni 80”, che raccoglie tracce , scritti, racconti di Tondelli.

è un libro che insegna molto sulla generazione dei quasi 50enni.

Lo spaesamento alla fine dei “favolosi” anni ’70. Gli anni 80 vissuti come ferita e non come abbandono liberatorio all’edonismo, la percezione di essere una generazione perduta, che non ha più la politica come faro(-solo a udire la parola “comunismo” mi viene il mal di pancia”-ancora Tondelli e siamo lontanissimi dalla bolognina) ma non sa cos’altro scegliersi.

E poi sceglierà l’arte, la creatività, come via d’uscita.

Una generazione che aveva intuito la terra di mezzo in cui si trovava e ne soffriva parecchio. Ma in silenzio, con decoro.

Credo che molti ragazzi dovrebbero leggere “Pao Pao”, “Altri Libertini”, “Rimini” scoprire il mondo di Tondelli insomma. E forse cominceremmo a vedere ritratta  nei concerti dell’aristocrazia “indie” della penisola, non solo l’arcadia della nostra letteratura anni 50, ma qualche stinta foto a colori di un ragazzo triste, riservato e molto intelligente. 
Che ha provato a raccontare “il mistero del mondo”.

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