Peter Handke mi insegna un’idea di continuità di “durata” misteriosa, in cui però anch’io, come singolarità sono inserito.-
Sono parole di Pier Vittorio Tondelli.
un scrittore della mia generazione morto giovane.
Tondelli è un genio. come Pasolini, quanto Pasolini.
Solo che nessuno lo ricorda o lo cita, perché per tutte le nuove generazioni è molto più figo mostrare foto vintage in b/n di un bell’uomo, morto di morte violenta per la nostra redenzione (è fu così) come Pasolini, piuttosto che mostrare questo giovane timido, malinconico ritratto nelle polaroid anni 80 e morto del male del nostro secolo. L’aids.
E’ fuori per Bombiani tascabili “L’abbandono. racconti dagli anni 80”, che raccoglie tracce , scritti, racconti di Tondelli.
è un libro che insegna molto sulla generazione dei quasi 50enni.
Lo spaesamento alla fine dei “favolosi” anni ’70. Gli anni 80 vissuti come ferita e non come abbandono liberatorio all’edonismo, la percezione di essere una generazione perduta, che non ha più la politica come faro(-solo a udire la parola “comunismo” mi viene il mal di pancia”-ancora Tondelli e siamo lontanissimi dalla bolognina) ma non sa cos’altro scegliersi.
E poi sceglierà l’arte, la creatività, come via d’uscita.
Una generazione che aveva intuito la terra di mezzo in cui si trovava e ne soffriva parecchio. Ma in silenzio, con decoro.
Credo che molti ragazzi dovrebbero leggere “Pao Pao”, “Altri Libertini”, “Rimini” scoprire il mondo di Tondelli insomma. E forse cominceremmo a vedere ritratta nei concerti dell’aristocrazia “indie” della penisola, non solo l’arcadia della nostra letteratura anni 50, ma qualche stinta foto a colori di un ragazzo triste, riservato e molto intelligente.
Che ha provato a raccontare “il mistero del mondo”.
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