I proletari, la piccola borghesia, la grande borghesia non esistono più.
Ora esiste il turboproletario.
il turboproletario svolge lavori proletari. spazzino, operaio in catena di montaggio, muratore.
ma ha orrore della propria condizione e la seppellisce di beni, per negarla.
Nella sua espansione verso i beni ha cancellato la piccola borghesia, a cui invidiava non tanto il (piccolo) benessere economico, quanto il decoro e lo "spazio nel mondo" cui aveva diritto.
la televisione e il "consumismo" hanno cancellato quello spazio, offrendone uno nuovo. un non luogo in cui si può accedere non "appartenendo" ma "comprando"
questo accesso facile ad un nuovo status ha creato il turboproletario, versione sociale del turbocapitalismo.
i segni essenziali sono, assumere una identità falsa attraverso beni e quindi;
abiti firmati
macchine di moda
televisore al plasma
playstation
assenza di cultura e disprezzo per essa (il turboproletario è il vero figlio del fascismo)
odio per la classe di provenienza e disprezzo per tutti i modelli storici di appartenenza ad essa. Il turboproletario è iscritto ai sindacati per convenienza e non per solidarietà.
condivide quasi tutte le covinzioni della destra più conservatrice (odio per lo straniero, luoghi comuni su chi ruba il lavoro, legge e ordine, repressione e provincialismo)
nessuna traccia del vecchio internazionalismo comunista che faceva sentire anche l'ultimo operaio parte di un disegno globale di ripensamento della società. zero.
Della vecchia borghesia ha assunto anche l'ipocrita rapporto con le droghe.
Si disprezza la "cultura della droga", lo spinello, quindi hashish marijuana e mondi correlati
(il centro sociali, l'estrema sinistra) la si consuma in privato sentendosi comunque diversi e migliori dai consumatori manifesti. ad esse si aggiunge la cocaina, vera "droga aspirazionale" che fa sentire parte dei modelli di riferimento, personaggi televisivi, dello sport o ricchi in genere (e non importa come questa ricchezza sia stata generata).
Icona di riferimento non Briatore, abusata. bensì Luciano moggi.
Nel tempo libero gli operai italiani si distinguevano. anche l'estetica fuori dalla fabbrica rifletteva una dose di "orgoglio di classe".
l'estetica del turboproletario è invece una scimmiottatura trash ed estrema di quella che lui considera un look "moderno", totalmente apolitico e semmai ricco di riferimenti appunto "consumistici".
Il turboproletario a volte diventa ricco. questo passaggio non è visibile ad occhio nudo. tutti i suoi sforzi erano già volti a "sembrare" ricco, la differenza sarà quindi impercettibile.
Il turboproletario lavora molto, ma considera il lavoro una tappa necessaria ad accedere ai beni, vero luogo di definizione del sè.
è infine aggressivo, invidioso e privo di educazione civile.
il turboproletario va in moto ad alta velocità sul marciapiede, butta cartacce per terra, non ricicla, fuma in faccia agli altri, non legge ne libri ne giornali ( a meno che non siano quelli gratuiti distribuiti al mattino) parla sempre a voce troppo alta.
Il turboproletario è il compimento del mostro che Pasolini aveva intuito nascere nelle periferie di Roma e che aveva studiato e descritto nel suo cinema e nella sua narrativa.
il turborpoletario è accattone coi soldi.