giovedì 31 luglio 2008

ah, les italiens


dunque almeno 7000 esuberi per salvare alitalia.
molti più di quelli ipotizzati da air france e con l'obbligo di dovere comunque concludere accordi internazionali, per non essere condannati alla irrilevanza nei cieli del mondo, di fronte a colossi come air france e il nuovo accordo iberia/british airways. 
il provincialismo che ci affligge è senza speranza.  
i sindacati protesteranno e verrano sconfitti come meritano. hanno preferito incassare la vittoria di pirro contro il governo prodi della mancata vendita ad air france, per arrivare alla waterloo di 7000 licenziamenti eseguiti per aiutare air one a comprare quello che non era in grado di comprare. complimenti davvero. 

mussolini diceva che governare gli italiani non è difficile. è inutile. 
truffaut direbbe che nella vita a volte ti capita un piattino di marmellata, a volte invece uno di merda. 
oggi non è il turno della confiture...


mercoledì 30 luglio 2008

Una mela al giorno fanno 365 mele all'anno




il titolo del post è una frase di groucho marx.
pubblicando nell'ultimo post un pensiero di Truffaut (maestro di vita, sempre) mi sono accorto che nei post precedenti ho fatto proprio quello che lui si raccomanda di evitare.
forse il blog è partito con un tono un pò "trombone" e non era mia intenzione. 
E' mia intenzione dire delle cose, certo, ma rileggendomi mi sono trovato antipatico, che non è bello.
quindi ecco Groucho Marx in foto e la promessa ai miei 20 lettori (l'ho rifatto.. questa è una citazione dei promessi sposi..)  che da ora in poi sarà tutto più lieve, ma non per questo meno serio e sentito. 
dopotutto una mela, è solo una mela. 
a bien tot.



martedì 29 luglio 2008

mai tanto sicuro

"non faccio mai grandi affermazioni,
perché non sono mai tanto sicuro che non sia giusto anche il contrario"
françois Truffaut,
da una lettera a Jean Luc Godard

venerdì 18 luglio 2008

IL turborpoletario

I proletari,  la piccola borghesia,  la grande borghesia non esistono più.
Ora esiste il turboproletario.
il turboproletario svolge lavori proletari. spazzino, operaio in catena di montaggio, muratore. 
ma ha orrore della propria condizione e la seppellisce di beni, per negarla.

Nella sua espansione verso i beni ha cancellato la piccola borghesia, a cui invidiava non tanto il (piccolo)  benessere economico, quanto il decoro e lo "spazio nel mondo" cui aveva diritto. 
la televisione e il "consumismo"  hanno cancellato quello spazio, offrendone uno nuovo. un non luogo in cui si può accedere non "appartenendo" ma "comprando" 
questo accesso facile ad un nuovo status  ha creato  il turboproletario, versione sociale del turbocapitalismo. 
i segni essenziali sono, assumere una identità falsa attraverso beni e quindi; 
abiti firmati
macchine di moda
televisore al plasma
playstation
assenza di cultura e disprezzo per essa (il turboproletario è il vero figlio del fascismo)

odio per la classe di provenienza e disprezzo per tutti i modelli storici di appartenenza ad essa. Il turboproletario è iscritto ai sindacati per convenienza e non per solidarietà. 
condivide quasi tutte le covinzioni della destra più conservatrice (odio per lo straniero, luoghi comuni su chi ruba il lavoro, legge e ordine, repressione e provincialismo)
nessuna traccia del vecchio internazionalismo comunista che faceva sentire anche l'ultimo operaio parte di un disegno globale di ripensamento della società. zero. 

Della vecchia borghesia ha assunto anche l'ipocrita rapporto con le droghe. 
Si disprezza la "cultura della droga", lo spinello,  quindi hashish marijuana e mondi correlati
(il centro sociali, l'estrema sinistra)  la si consuma in privato sentendosi comunque diversi e migliori dai consumatori manifesti. ad esse si aggiunge la cocaina,  vera "droga aspirazionale"  che  fa sentire parte dei modelli di riferimento, personaggi televisivi, dello sport o ricchi in genere (e non importa come questa ricchezza sia stata generata). 
Icona di riferimento non Briatore, abusata. bensì Luciano moggi.  

Nel tempo libero gli operai italiani si distinguevano.  anche l'estetica fuori dalla fabbrica rifletteva una dose di "orgoglio di classe". 
l'estetica del turboproletario è invece una scimmiottatura trash ed estrema di quella che lui considera un look "moderno", totalmente apolitico e semmai ricco di riferimenti appunto "consumistici". 

Il turboproletario a volte diventa ricco. questo passaggio non è visibile ad occhio nudo. tutti i suoi sforzi erano già volti a "sembrare" ricco, la differenza sarà quindi impercettibile. 

Il turboproletario  lavora molto, ma considera il lavoro una tappa necessaria ad accedere ai beni, vero luogo di definizione del sè. 

è infine aggressivo, invidioso e privo di educazione civile. 
il turboproletario va in moto ad alta velocità sul marciapiede, butta cartacce per terra, non ricicla, fuma in faccia agli altri, non legge ne libri ne giornali ( a meno che non siano quelli gratuiti distribuiti al mattino) parla sempre a voce troppo alta.

Il turboproletario è il compimento del mostro che Pasolini aveva intuito nascere nelle periferie di Roma e che aveva  studiato e descritto nel suo cinema e nella sua narrativa.

il turborpoletario è accattone coi soldi. 


 

venerdì 11 luglio 2008

tutti tradiscono tutti

Signorina...io so di non essere uno sconosciuto per lei.Per molto tempo l'ho osservata senza che lei se ne rendesse conto.Ma da qualche giorno, non cerco più di nascondermi...e, ora, so che è giunto il momento.Ecco!...Prima di incontrarla, non avevo mai amato nessuno...Odio il provvisorio.Conosco bene la vita. So che tutti tradiscono tutti.Ma, tra noi, sarà diverso.Noi saremo un esempio.Noi non ci lasceremo mai...nemmeno per un'ora.Io non lavoro.Non ho alcun impegno nella vita.Lei sarà la mia unica preoccupazione...capisco...Oh!...Capisco che tutto questo è troppo improvviso perchè lei dica subito si...e che lei voglia rompere dei legami provvisori, che la uniscono a persone provvisorie...Mai io, sono definitivo.Sono molto felice.

pas d'amis a gauche

mercoledì 9 luglio 2008

allons enfants

ogni Danton, prima o poi, trova il proprio Robespierre. 
ogni piazza la propria testa.
e non è mai quella che ci aspettiamo.

il mistero del mondo


-…ho sempre bisogno di nuovi libri e di nuovi romanzi. Ho profondamente bisogno di una continua ritestualizzazione” del mondo. Perché il mondo così com’è non va bene. Occorre un cambiamento. e bisogna crederlo possibile : un libro, un buon libro, non cambia il mondo, Però cambia il suo modo di parlare. E forse anche il modo di sentirlo. Quando Peter Handke scrive “io lavoro al mistero del mondo” credo produca un’emozionante indicazione poetica: bisogna lavorare, bisogna scrivere, bisogna pensare; man non per un fine, quanto per sentirsi inseriti in una collettività che abbraccia il primo e l’ultimo uomo che apparirà sulla terra.
Peter Handke mi insegna un’idea di continuità di “durata” misteriosa, in cui però anch’io, come singolarità sono inserito.-

Sono parole di Pier Vittorio Tondelli.

un scrittore della mia generazione morto giovane.

Tondelli è un genio. come Pasolini, quanto Pasolini.

Solo che nessuno lo ricorda o lo cita, perché per tutte le nuove generazioni è molto più figo mostrare foto vintage in b/n di un bell’uomo, morto di morte violenta per la nostra redenzione (è fu così) come Pasolini, piuttosto che mostrare questo giovane timido, malinconico ritratto nelle polaroid anni 80 e morto del male del nostro secolo. L’aids.

E’ fuori per Bombiani tascabili “L’abbandono. racconti dagli anni 80”, che raccoglie tracce , scritti, racconti di Tondelli.

è un libro che insegna molto sulla generazione dei quasi 50enni.

Lo spaesamento alla fine dei “favolosi” anni ’70. Gli anni 80 vissuti come ferita e non come abbandono liberatorio all’edonismo, la percezione di essere una generazione perduta, che non ha più la politica come faro(-solo a udire la parola “comunismo” mi viene il mal di pancia”-ancora Tondelli e siamo lontanissimi dalla bolognina) ma non sa cos’altro scegliersi.

E poi sceglierà l’arte, la creatività, come via d’uscita.

Una generazione che aveva intuito la terra di mezzo in cui si trovava e ne soffriva parecchio. Ma in silenzio, con decoro.

Credo che molti ragazzi dovrebbero leggere “Pao Pao”, “Altri Libertini”, “Rimini” scoprire il mondo di Tondelli insomma. E forse cominceremmo a vedere ritratta  nei concerti dell’aristocrazia “indie” della penisola, non solo l’arcadia della nostra letteratura anni 50, ma qualche stinta foto a colori di un ragazzo triste, riservato e molto intelligente. 
Che ha provato a raccontare “il mistero del mondo”.

lunedì 7 luglio 2008

non sono nessuno

il punto è che migliaia, milioni di persone, in tempi di prosperità hanno delegato la loro identità a ciò che potevano possedere. rinunciando alla classe. 
venuta meno la possibilità di comprare "cose", le persone non sanno più definirsi. 
non sono più. 
non ci sono più gli operai, i parrucchieri, i bancari, le estetiste, i muratori. 
ci sono possessori di beni. 
senza beni non c'è più identità.
senza cose scompaio. 

venerdì 4 luglio 2008

cambiare maschera

è così che si dice degli attori.
quando invecchiano e diventano un altra cosa. 
è quello che succede anche  noi.
anche noi diventiamo un altra cosa.
le nostre facce pure.
e ci sembra quasi di essere dei reincarnati e non delle persone che hanno avuto quella vita che ricordiamo.
in "Intelligenza Artificiale" agli androidi vengono impiantati falsi ricordi,
false date, false foto, falsi amici e falsi genitori.
forse è così per tutti noi.
jean pierre leaud è la stessa persona?