mercoledì 26 maggio 2010

le verginelle e il lupo









Di nuovo mi viene da parlare di Televisione.
Il caso ovviamente è quello di Santoro.
Partiamo dai più miserabili, il PD, as usual.
Per capitalizzare un ben misero consenso, un deputato democratico ha dichiarato che il compesno di santoro (circa 700.000 euro all'anno lordi) è immorale, qualcun'altro ha addirittura chiesto a Santoro di regalare la risoluzione del suo contratto alla rai, in segno, se ho capito bene di gratitudine.
Difficile mettere insieme un pastone così indigesto di retorica, pressappochismo, dilettantismo in cose di televisione e malafede....
Intanto Santoro non è solo un giornalista.
E' una star tv. Che con la sua sola presenza garantisce un certo share e di conseguenza un certo guadagno.
Per farvi capire, TV7 vivrà in eterno con il suo indice d'ascolto, annozero senza santoro è una scatola vuota.
Quindi ragionare sui compensi a Santoro come si ragiona sui compensi di un conduttore del tg2 è una sciocchezza retorica e da perfetti dilettanti allo sbaraglio.
Santoro prende poco, molto poco rispetto alla media di rimunerazioni del mercato delle stelle televisive.
Il disguido si gioca sul fatto che Santoro pur essendo un star riesce comunque a confezionare un programma di contenuti molto forti. Questi contenuti li esalta come un volano attraverso la sua lettura faziosa, arrembante, spregiudicata, aggressiva. Ma in termini televisivi (oserei dire di pura tecnica televisiva) Quello è il capitale di santoro.
Una star che catalizza attenzione, quindi audience, quindi guadagno per la rete.
Una rete che fa il 10% di media attraverso la sera di Annozero (che fa il 20%) alza di un paio di punti percentuali la sua media di share totale.  Questo fa si che non solo la pubblicità venduta durante la sera di anno zero sia più cara ma che l'effetto della sua audience migliori la vendita pubblicitaria di tutta la rete.
NON solo,
Santoro fa tutto questo con un programma in cui manda in onda servizi sui disoccupati e un dibattito in studio! Costi di struttura bassissimi, resa massima! Praticamente il nirvana di ogni produttore televisivo.
E invece di sentirsi dire grazie riceve sportellate in faccia.
Ancora sui soldi.  Io sono sicuro, arcisicuro che in una sola sera di anno zero santoro fa incassare di pubblicità alla rai almeno il corrispettivo di un suo anno di stipendio.
Sono sicuro, arcisicuro che il bilancio costi ricavi di Anno zero alla rai è in attivo. Questo sgombra il campo da tutte le ambiguità e chiarisce a voi che leggete il senso delle domande di Santoro nel suo intervento della settimana scorsa.
Domande sacrosante, legittimissime.
Sono o non sono una risorsa per la rete?  Se lo sono abbiate il coraggio di dirlo,  chiedetemi di restare e lo farò.
Sono un problema politico? bene cacciatemi ed abbiate il coraggio di farlo.
Rai due e la rai in generale preferiscono invece incassare il denaro che Santoro fa guadagnare con una mano e trattarlo come una fastidiosa necessità dall'altra.
Di questo Santoro è stanco e ne ha chiesto conto alla rete in diretta televisiva e bene fa ad appellarsi al suo pubblico. l'unico a cui deve spiegazioni, senza retorica. Perchè senza il 20% di share ( e un giudice che li lo ha rimesso) sarebbe già un disoccupato. Che scusa perfetta per rimuoverlo... non fa ascolti. Scusa per altro corretta, se rimaniamo nella logica televisiva.
E' grazie al pubblico che è ancora li ed al pubblico spiega perchè se ne vuole andare.
E torniamo ai soldi, che sono poco importanti sempre quando sono quelli altrui....
Per fare la battaglia politica e giornalistica che ha fatto in questi 4 anni, Santoro si è dovuto mettere fuori mercato, rispetto agli introiti dei suoi colleghi Star (di nuovo non giornalisti). E per star intendo anche uno come Bruno Vespa.
Ipotizzo che in questi 4 anni, per fare una trasmissione assediata e sfanculata dalla sua stessa azienda, Santoro abbia rinunciato a circa 2 milioni di Euro di guadagni. Almeno.
Ora signori miei. Io non trovo niente di più rispettoso e dignitoso del perdere denaro sonante ogni stagione pur di rimanere fedele ad una propria idea di tv.
Il resto sono fregnacce.
Cosa è cambiato?
Cose umanissime da un lato. Credo  che Santoro sia stanco. Banalmente.
Credo che "Rai per una notte"  gli abbia fatto balenare quante altre cose potrebbe fare da battitore libero.
(Del resto se persino Travaglio fa teatro, forse anche Santoro può farlo...)
Ma non è solo questo. Credo che abbia avuto una intuizione acutissima, da vero televisivo di razza.
Annozero è al suo zenith ma anche ad un passo dalla sua possibile morte. 
Santoro ha capito che la trasformazione di Annozero da rotocalco in un totem di libertà televisiva lo sta rovinando appunto come prodotto televisivo
Ecco allora che si  scrolla dal dorso il cavaliere non più gradito e cioè tutta la pletora di parassiti che su annozero campano per protestare a costo zero  (appunto) e spariglia le carte.
VIa di qui. Libero, aria fresca, nuove opportunità, e nessuno che minacci la chiusura da un momento all'altro. E sfido chiunque ad non avere voglia di lasciarsi alle spalle padroni simili.
In conclusione, se pensate Santoro solo come ad un autore televisivo ed una seguitissima Star,  capirete che il suo desiderio di uscire dalla trappola, tentare nuove avventure creative, guadagnare di più e soprattutto tornare ad essere solo un autore e non il leader ombra dell'opposizione in Italia è un desiderio non solo comprensibile, ma più che legittimo.

the searcher

giovedì 6 maggio 2010

forma e sostanza



io a costo di cantare fuori dal coro provo a dire perchè su un piano simbolico i comportamenti di d’alema e scajola sono 
non equiparabili ma contengono delle similitudini. 
Un politico, per motivo del suo mestiere è tenuto a comportamenti in cui dovrebbe sempre esserci quello che chiamerei  “eccesso di correttezza” . 
Significa che a parità di comportamenti formalmente corretti (d’alema: ho una casa ad equo canone) il politico dovrebbe preferire un comportamento che in qualche modo lo pone al di sotto delle possibilità date ad un cittadino normale.  
Il cittadino normale vive il politico come una figura priviliegiata in sè. 
Ne consegue che pretende, più o meno consciamente che non gareggi con lui nel procurarsi facilitazioni ulteriori, 
che sono spesso difficilmente raggiungibili per un cittadino qualunque. 
Abitare ad equo canone in italia è formalmente corretto certo. 
Ma nella realtà è una chimera desiderata e irraggiungibile per molti romani e italiani in genere. 
Il mercato è crudele, e chiede contratti onerosi per chi ha uno stipendio normale, che spesso spingono a vivere fuori città pur di trovare una casa dignitosa. 
Per un cittadino qualunque quindi, sapere che un politico che guadagna circa 23.000 euro lordi al mese approfitta di un privilegio così forte e appunto “simbolico” come una casa a prezzo di equo canone (che tutti sappiamo essere di fatto fuori mercato) pur potendosi permettere un affitto reale e costoso è un offesa. 
E siccome il rapporto tra elettore ed eletto ssi gioca anche sul piano dei sentimenti personali, su quello dei privilegi anche solo percepiti, stupisce che un politico navigato come D’alema non colga questo aspetto che è politicamente importantissimo, anche se apparentemente innocuo sul piano formale e giuridico. 
Scajola c’entra per lo stesso motivo. 
Ammesso che creda di avere pagato una casa con vista sul Colosseo circa 3.000 euro al metro quadro, 
è perlomeno conscio di essere totalmente fuori mercato? E che questo vantaggio conseguito chissà come (piaggeria del venditore, paura di un ministro...)  possa creare una frattura con i suoi elettori non lo preoccupa? Evidentemente no. 
Anche lui non capisce il meccanismo simbolico che attiene a queste dinamiche. 
Insomma anche la politica, come l’amore ha una sua grammatica dei sentimenti, che è diversa da quella del quotidiano. 
Stupisce (ma anche no) che i politici italiani non lo abbiano ancora capito. 


the searcher